E se il talento non fosse un concetto astratto, un dono, ma semplicemente il risultato di un modo diverso che ha il nostro cervello di recepire ed elaborare gli stimoli?
Non è una visione molto romantica dell’argomento, ve lo concediamo, ma potremmo riassumere così il risultato di uno studio su come funzionano i cervelli di professionisti e player amatoriali, promosso da partypoker.
In questo Articolo:
L’elettroencelografia moderna alla base dello studio
partypoker ha preso sei giocatori (due amatoriali, due di livello intermedio e due esperti) e ha chiesto loro di giocare una sessione di Texas Hold’em da 40 minuti, indossando delle speciali ‘cuffie’ che sfruttano l’elettroencelografia.
Si tratta di una tecnica non certo nuova, dato che è stata inventata nel 1929 da Hans Berger. Ma con il miglioramento della tecnologia, i prezzi di queste particolari cuffie sono diventati molto più accessibili, ampliando dunque il campo della ricerca.
Ai sei giocatori, dunque, è stato chiesto di giocare indossando tali cuffie, così che i ricercatori potessero monitorare e registrare l’attività elettrica generata dai loro cervelli. Con risultati davvero interessanti.
Le emozioni al centro di tutto
Lo studio è applicato al poker, ma si può estendere a qualsiasi ambiente competitivo, come i videogiochi o gli eSports. Le conclusioni, dunque, possono essere applicate all’intero mondo del gaming in generale.
La più interessante riguarda sicuramente la gestione delle emozioni in gioco, un fattore chiave nell’abilità di performare ad un livello costantemente alto nel campo del gaming competitivo. L’abilità dei professionisti di mantenere la calma e non lasciare che le emozioni prendano il sopravvento è ciò che li differenzia dai giocatori amatoriali.
Adrenalina vs pazienza
Un’altra scoperta dello studio, sempre grazie all’elettroencelografia, riguarda la capacità dei professional player di controllare i livelli di adrenalina rispetto agli amatoriali.
Che si tratti di una partita di poker o di una sfida ad Hearthstone o Call of Duty, è perfettamente normale che l’adrenalina aumenti – cosa che influisce negativamente. I professionisti sono molto più bravi dei beginner a mantenere la pazienza adeguata a concentrarsi meglio sull’obiettivo.
Insomma, a dettare il successo in un ambiente competitivo, secondo questo studio, è un mix di self-control e pazienza: i giocatori a cui mancano queste due caratteristiche finiscono per prendere decisioni –EV (per usare un termine che conosciamo bene).
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