Nella storia del gioco non si può ignorare la vicenda di uno dei più famosi gambler del Principato di Monaco: l’inglese Charles Wells. A lui fu dedicata anche una canzone, al termine del diciannovesimo secolo. Nel lontano 1891 vinse alla roulette del Casinò di Monte Carlo, l’equivalente di 1 milione di franchi (una cifra astronomica al tempo).
Il fascino del casinò di Monte Carlo
La storia è stata resa nota da François Blanc, proprietario del casinò, orgoglioso delle grosse vincite ottenute nella sua sala da gioco (anche nel 1800 il marketing aveva la sua valenza nel mondo del gambling).
Giocatore d’azzardo incallito, si presentò nel Principato con un bankroll di 4mila sterline, frutto di una truffa messa in atto a danno di parecchie persone in Inghilterra, rimaste ingannate da una sua “fantomatica” invenzione.
In Francia, il banco viene considerato “rotto” se un giocatore vince più delle chips disponibili ad un tavolo, in quel preciso momento. In 11 ore di gioco, Charles Wells mandò broke il casinò ben 12 volte, lasciando Monte Carlo con in tasca 1 milione di franchi: in una sequenza magica, riuscì a vincere ben 23 volte su 30 giri di ruota. Indovinò anche cinque numeri secchi consecutivi. Una cosa mai vista, a tal punto da insospettire il casinò che ingaggiò investigatori privati per capire il “trucco”. In realtà, sembra che almeno all’interno del casinò, non ci fu nessuna truffa. Si trattò di pura fortuna.
C’è chi sostiene che Charles si affidò ad un sistema di Martingale ad alto rischio, raddoppiando le puntate per coprire le perdite. Altri sostengono che applicò una variante del sistema D’Alembert, ma non vi sono certezze.
Nel 1892, a pochi mesi dall’impresa, Fred Gilbert scrisse una canzone popolare a lui ispirata: “L’uomo che fece saltare il banco a Monte Carlo”. Il brano riscosse un successo incredibile, grazie all’interpretazione di Charles Coborn che contribuì a rendere Wells una vera celebrità.
Divenuto famoso, sfruttò la sua notorietà per mettere in atto altre truffe: affermò di essere un brillante ingegnere. Riuscì a farsi finanziare lo sviluppo di un nuovo dispositivo per il risparmio di carburante destinato alle navi a vapore, convincendo molte persone ad investire in questa opera d’ingegno, in realtà gli serviva il bankroll per sfidare per l'ennesima volta la sorte. Tutto in una notte.
Nell’inverno del 1892, sbarcò a Monaco con il suo esclusivo yacht (per “testare” il dispositivo), in compagnia di un’avvenente amante. Si presentò al casinò e mandò rotto il tavolo della roulette per sei volte, ma all’improvviso la fortuna gli girò le spalle e perse tutto, compresi i soldi degli investitori.
Arrestato a Le Havre ed estradato in Gran Bretagna, fu condannato ad otto anni di reclusione. Uscito di prigione, fu di nuovo arrestato in Francia per un’altra frode finanziaria (altri cinque anni di carcere). Nel 1922 morì povero a Parigi. La fortuna lo baciò in fronte solo per una notte.
Ma il suo ricordo rimane immortale: nel 1935, fu prodotto il film ‘L’uomo che fece saltare il banco a Monte Carlo” e nel 1983 Michael Butterworth gli dedicò un libro con lo stesso titolo.