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Chris Moorman

Chris Moorman rivela: “Doyle Brunson mi ha aiutato in un momento molto difficile”

Oggi Chris Moorman è considerato come uno dei giocatori di poker online più forti di sempre, una macchina inarrestabile capace di conquistare oltre trenta Triple Crown in carriera e qualcosa come 16,6 milioni di dollari di vincite solo virtuali, ai quali si aggiungono altri 6 milioni conquistati nei tornei dal vivo.

Come la stragrande maggioranza dei giocatori di poker professionisti, anche Chris Moorman ha dovuto affrontare momenti complicati, durante i quali ha persino pensato di smettere definitivamente col poker. Uno, in particolare, lo ha superato grazie a… Doyle Brunson.

L’antefatto

In  un’intervista rilasciata ai colleghi di PocketFives, Chris Moorman è tornato indietro di oltre una decade, all’epoca d’oro del poker online dove le sponsorizzazioni fioccavano e le poker room facevano a gara ad accaparrarsi i migliori player, per utilizzarli come ambasciatori.

Nel 2009 esisteva ancora Doyle’s Room, la poker room di Doyle Brunson per la quale Texas Dolly raccontò di aver rifiutato un’offerta da 230 milioni di dollari, finendo per mangiarsi le mani – o il cappello, visto il personaggio.

Proprio in quell’anno, Moorman fu messo sotto contratto da Doyle Brunson per giocare nella sua room come pro sponsorizzato. Ma la sua vita non era tutta rose e fiori come poteva sembrare…

Chris Moorman in difficoltà, Doyle Brunson in soccorso

Chris Moorman aveva 24 anni e sebbene giocasse professionalmente relativamente da poco (qui la sua storia) era già un giovane in rampa di lancio, tanto da attirarsi i desiderata di molte poker room online.

 

 

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Il pro player britannico scelse per l’appunto Doyle’s Room, probabilmente anche attratto dall’opportunità di collaborare con il Padrino del Poker, all’epoca ancora in auge e presenza fissa di ogni show tv sul Texas Hold’em.

“Lo chiamai e gli chiesi dei consigli”, ricorda Moorman, “quando stavo vivendo un momento molto difficile nel gioco. Lui riuscì a mettere in prospettiva molte cose, e mi aiutò a capire che la vita non era così male.

Una sliding door importante

Chissà cosa sarebbe successo, se Chris Moorman non avesse accettato di firmare per Doyle’s Room, e se in quel momento di crisi non avesse avuto la preziosa occasione di fare due chiacchiere con il giocatore che in quegli anni incarnava il prototipo del professionista di successo di lungo corso.

Con i se e con i ma la storia non si fa, dice il detto, ma siamo sicuri che il pro britannico riserverà sempre un posto speciale per Texas Dolly nel cassetto dei suoi ricordi.

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