SportsCenter, una delle più longeve trasmissioni sportive quotidiane nella storia della televisione americana, ha recentemente ospitato David Peters, noto professional poker player nonché giocatore capace di sfilare a Fedor Holz il titolo di Player of the Year 2016 per il rotto della cuffia.
Stan Verrett e Neil Everett si sono intrattenuti per alcuni minuti con il nativo di Toledo, cercando – invano – di incalzarlo su un argomento sul quale solitamente i giocatori di poker professionisti sono molto sensibili: le perdite.
“Magari ha perso $7 milioni…”
Il tentativo di far sbottonare David Peters arriva verso la fine dell’intervista (che potete trovare cliccando QUI e inserendo la password accesstobookers), quando Verrett cita Steve Wynn: “Ha detto di non aver mai conosciuto un gambler in vita sua che fosse in attivo”.
Il pokerista replica che per quanto riguarda il poker il discorso è diverso, perché “è uno skill game dove puoi guadagnare un edge. Nel blackjack non è così: se io mi siedo al tavolo del blackjack, nel lungo periodo finirò per perdere i miei soldi”.
Nel mezzo, i due commentatori si scambiano un paio di battute, con Verrett che ipotizza: “Chissà, magari anche lui ha perso 7 milioni di dollari nel corso della sua carriera”. Peters, ovviamente, non coglie – o finge di non cogliere…
David Peters e un 2016 da urlo
L’intervista comincia ripercorrendo il fantastico 2016 di David Peters: “L’anno scorso mi è andata molto bene, ho giocato tanti tornei importanti con ottimi risultati. C’era questo giocatore tedesco molto forte, Fedor Holz, che stava avendo una delle migliori annate di sempre. Ma io sono riuscito a mettere insieme qualche vittoria di prestigio e a superarlo (nella classifica di Player of the Year, ndr) proprio all’ultimo”.
A questo punto la logica domanda dei presentatori verte su quanto l’americano abbia vinto in un solo anno, con Peters che si schermisce, tanto da costringere Verrett a ‘dare i numeri’: “L’anno scorso hai vinto 7,3 milioni di dollari”.
Un po’ di curiosità
La chiacchierata va poi a toccare qualche argomento un po’ più curioso, come ad esempio il modo attraverso il quale Peters si è avvicinato al poker: “Ero con gli amici, guardavamo il poker in tv ed era il periodo della sua espansione. Sapevo che avevo del talento, mi piaceva, e ho iniziato subito con buoni risultati”.
Il poker è uno sport e bisogna essere degli atleti? “Penso di sì – commenta l’americano – Non devi essere propriamente un atleta, ma certo ti aiuta: bisogna avere resistenza e pazienza, perché si arriva a giocare anche 15 ore al giorno”.
La peggior bad beat, invece, gliel’ha rifilata… suo fratello: “Avevo JJ, su flop J-3-4 o una cosa simile. Lui punta e io chiamo. Turn 5, stessa cosa. River 5, finiamo ai resti e lui mi mostra un quads di 5. Con quella mano mi ha eliminato dal torneo!”