La sparata di Doug Polk nei confronti dei regular degli MTT ha fatto il giro del mondo, ma nel corso del podcast con Joe Ingram il professionista degli High Stakes Online non si è certamente limitato alle considerazioni che abbiamo riportato nell'articolo di lunedì. WCGRider ha parlato di tantissimi argomenti, quasi sempre con il tono provocatorio che lo contraddistingue. In particolare, Polk si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni che sicuramente faranno discutere sul fatto (per lui certo) di essere il miglior giocatore di heads-up cash game al mondo.
Prima di parlare di questo, però, è interessante anche riportare la storia sulla nascita della prop bet stretta con Mike McDonald l'anno scorso. Qualcuno ricorderà certamente la sfida di Timex al NL 500$ Zoom di Pokerstars.com, di cui il diretto protagonista parlava in questi termini prima di iniziare: "Ho parlato con alcuni giocatori che sono principalmente cash players, e loro sostenevano che un giocatore che si dedichi principalmente ai tornei dal vivo non fosse in grado di battere i midstakes online. Io ho risposto che fossero un mucchio di stupidaggini e che ci sarei riuscito". McDonald ha poi giocato al NL 500$ Zoom fino all'inizio delle WSOP, perdendo clamorosamente la prop bet. Qualche mese fa ha dichiarato che quella sconfitta è stata una vera e propria batosta per il suo ego.

In un certo senso, da parte di Polk, riportare alla luce il fallimento di McDonald è coerente con il suo discorso: i regular degli MTT non hanno speranze contro i cashgamer. Nel podcast, Doug ha svelato che è stato proprio lui a lanciare la sfida a Timex: "La prop bet nasce a Melbourne, subito dopo essere stati "stuprati" da Ivey nell'high roller dell'Aussie Millions da 250.000$ di buy-in (Polk chiuse 3°, McDonald 2°, entrambi eliminati da Phil Ivey. ndr). Siamo andati a cena insieme, addolorati per i soldi che Ivey ci aveva appena negato. Mentre mangiavamo continuavamo a parlare del torneo e del livello dei giocatori. A un certo punto ho detto che secondo me nel field di quel torneo da 250.000$ c'erano forse 5 o 6 persone in grado di battere il 2-5$ online".
Per McDonald quella affermazione risulta completamente falsa, così Doug rincara la dose: "Gli ho fatto fatto alcuni nomi, ne abbiamo parlato per un po' finché non ho potuto che dirgli: "Mike, non te la prendere ma penso che nemmeno tu riusciresti a battere il NL 500$ online". Non lo dicevo per sfidarlo o indispettirlo ma per fargli capire quale fosse la realtà dei fatti. Se mi chiedessero quale field è più duro tra quello di un torneo da 250.000$ con possibilità di rebuy e il NL 500 Zoom direi il secondo, tutta la vita e senza esitazione. È indubbiamente il più difficile, i grinder di quei limiti lavorano durissimo, mettono insieme un sacco di ore tra gioco e studio".
Così è nata la prop bet tra i due, che ha visto coinvolti anche altri top player statunitensi. Avevamo già anticipato l'opinione di Polk verso il McDonald giocatore, ma è solo in questa parte del podcast che il cashgamer si lascia andare a una valutazione più approfondita: "Penso che Timex sia un giocatore vincente nei tornei high stakes, è anche molto conservativo nella game selection. Non ho mai visto una sua mano che mi facesse pensare ma che diavolo ha combinato? Però, onestamente, non credo che lui sia bravo come altri regular".
Chiuso il discorso della prop bet, Ingram pone a Polk una domanda che si stanno facendo in tanti: non è che l'atteggiamento così aggressivo e provocatorio è solo un modo per promuovere la scuola di coaching facendo parlare di sé? Di fronte a questa richiesta Doug appare meno a suo agio del solito, ma la sensazione dura solo pochi secondi. Dopo, torna il solito WCGRider: "La mia non è una strategia di marketing. Sono sempre stato così, non ho mai voluto dire cose per far arrabbiare le persone ma non sono nemmeno uno di quelli che vogliono far sentire le persone migliori di quello che sono. Dico le cose come stanno. A volte mi dicono che sono un arrogante e un po' li capisco, ma non completamente".
Su questa ultima frase Ingram scherza: "Li capisci solo un po' se ti dicono che sei arrogante?!?". È qua che Polk sembra colpito nel profondo. Di fronte a questa battuta inizia un lungo discorso per rivendicare il suo diritto a comportarsi come meglio crede: "Io non mi sono presentato al mondo del poker dicendo di essere il migliore in assoluto, per poi rifiutarmi di dare action agli avversari. Io ho lavorato duramente per tanti anni per arrivare dove sono ora. Sono partito dal NL 2$ e ho giocato letteralmente contro qualsiasi avversario, senza mai tirarmi indietro. In questo modo sono arrivato agli high stakes e l'ho fatto in maniera legittima. Tutto il tempo e la fatica che ho messo nel poker, insieme ai soldi che ho vinto e ai risultati che ho ottenuto, mi portano a dire ciò che penso, e cioè che sono il miglior giocatore al mondo nel NLHE heads-up. Molti mi credono un arrogante, ma per me è semplicemente un dato di fatto. Preferisco essere diretto...".
Diretto è diretto, forte è indiscutibilmente forte (lo ha dimostrato in tante occasioni, forse la più evidente fu la sfida stravinta contro un fenomeno come Ben "Sauce123" Sulsky). L'unico che può far abbassare la cresta a Doug Polk, a questo punto, è un altro professionista del suo livello che contesti pubblicamente le sue dichiarazione. Difficile che una circostanza del genere possa avverarsi, comunque: per quanto sia mal sopportato per il suo atteggiamento, nel mondo degli high stakes online quasi tutti i top player sono d'accordo con lui. Non a caso, in passato è stato costretto a passare dal NLHE al PLO per la totale mancanza di action nel cash game heads-up. Quando vinci cifre mostruose e nessuno vuole più giocare contro di te perché finirebbe asfaltato, è facile che l'ego prenda il sopravvento. A Doug Polk, almeno in parte, è sicuramente successo, tutto il resto è marketing.