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Doug Polk: “Rick Salomon mi impedì di giocare al $1.000-$2.000, volarono insulti e qualcuno chiamò la polizia”

Come nell’edizione precedente, anche quest’anno il Big One For One Drop ha visto Rick Salomon raggiungere il final table e giocarsi il braccialetto contro alcuni dei più forti torneisti del mondo. Come nel 2014, anche nel torneo conclusosi ieri Salomon ha chiuso in quarta posizione, stavolta però dopo una mano assurda che ha avuto origine da un suo errore di distrazione.

Nonostante la dolorosa uscita ai piedi del podio, Salomon non può che ritenersi soddisfatto della sua performance: ha sfidato i top player degli high roller e ha chiuso con un premio di 2.8 milioni di dollari, una cifra che terrà tutta per sé (tasse escluse) considerando che quasi certamente non ha venduto quote essendo abituato a giocare a stakes ben più di alti del milione di dollari di buy-in di questo evento WSOP.

Chi è Rick Salamon?

Di Salomon si sa poco, sia dal punto di vista personale sia da quello pokeristico. Fin dagli anni novanta era noto nell’ambiente hollywoodiano per le relazioni amorose con attrici molto famose, come Shannen Doherty. Nel 2003 il suo nome divenne famoso a livello internazionale in seguito alla diffusione di un sex tape con l’allora fidanzata Paris Hilton. Nel 2007 ha sposato Pamela Anderson a Las Vegas, ma solo per divorziare appena dieci settimane dopo. Un vero e proprio playboy.

Salomon è anche un grande amico di Dan Bilzerian, con il quale pare abbia vinto decine di milioni di dollari ai businessman miliardari della California nel corso delle ormai leggendarie partite private svelate proprio da Bilzerian. Come il suo amico Dan, Salomon sarebbe quindi un professionista  con skills insufficienti per essere considerato un top player ma con i giusti “agganci” per sfidare avversari tanto ricchi quanto scarsi.

Contrariamente a Bilzerian, però, Salomon ha avuto un contatto diretto con il mondo del poker professionistico tradizionale. Lo ha svelato Doug Polk, diretto protagonista di uno spiacevole episodio avvenuto alcuni anni fa.

Una partita al $1.000-$2.000 al Venetian

“In un episodio di Poker After Dark di qualche tempo fa, Rick Solomon ha detto che una volta abbiamo litigato e io ho chiamato la polizia per farlo arrestare“, ha detto Doug in uno dei suoi ultimi video. “Non è assolutamente vero e francamente mi sembra una dichiarazione ridicola”.

Lo youtuber ha poi spiegato cos’era successo: “Ricordo bene quella notte, era quattro o cinque anni fa. Stavo cercando una partita di cash game su un’app che traccia tutti i tavoli della città e ho visto che al Venetian stavano giocando al $1.000-$2.000“.

WSOP 2017 Doug Polk
Doug Polk

All’epoca Polk era all’apice della carriera: era così forte da non trovare più action in heads-up No-Limit Hold’em e aveva appena distrutto il fenomenale Ben “Sauce123” Sulsky in una sfida online. Quella partita del Venetian era un’occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata.

“Credo che il buy-in fosse di $500.000 ma non ne sono sicuro, in ogni caso era una partita molto alta. Ho chiamato il Venetian e ho chiesto se ci fosse davvero oppure fosse un bug dell’app. Loro mi hanno detto che era in corso e potevo andare a giocare“.

Doug Polk, non puoi giocare

Doug ha quindi mollato tutto per raggiungere il casinò. In questi casi il tempismo è cruciale.

“Sono andato al Bellagio, ho fatto la coda alle casse, ho preso un sacco di soldi dal mio box, sono tornato all’automobile dopo un’altra lunga coda al parcheggio e dopo circa un’ora o un’ora e mezza sono arrivato al Venetian con i soldi”.

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Arrivato alla poker room, Polk ha fatto un’amara scoperta: la partita era ancora in corso ma i partecipanti non avevano alcuna intenzione di farlo sedere al tavolo.

“Al Venetian è avvenuto l’episodio di cui parla Salomon. Prima di continuare voglio dire chiaramente che in questa situazione ho torto e lo so benissimo. Comunque, arrivo alla poker room e vedo un tavolo dove si sta giocando un heads-up. Da una parte Rick Solomon, dall’altra un giocatore sconosciuto. Mi avvicino e chiedo se posso partecipare alla partita. Loro mi rispondono subito di no e aggiungono che me ne devo andare“.

Gli insulti di Rick Salomon

Polk non ha preso bene quella risposta.

“A quel punto, dopo aver aspettato per tutto quel tempo, mi sono infuriato. Non lo avrei dovuto fare, me ne rendo conto. Ho sbagliato, dovevo andarmene e rispettare la decisione dei due giocatori ma c’è questa cosa fastidiosa a Las Vegas: se sei forte a poker in certe partite non puoi giocare. Ero così stufo di essere escluso che ho pensato: “Mi sono rotto di queste stupidaggini. Ora voglio giocare a poker“. Ma lo ripeto: ho sbagliato, ero nel torto. Non lo avrei dovuto fare”.

Cosa ha fatto nello specifico il pro di Las Vegas? Ha insistito dando il via a uno scambio di insulti con Salomon.

“Quello che è successo dopo è completamente fuori controllo. Rick Salomon e il suo amico hanno iniziato a insultarmi pesantemente proprio di fronte al manager del Venetian, che non faceva altro che ridere alle loro battute. Erano battute molto pesanti, irripetibili. Sono andati avanti per 15-20 minuti mentre il responsabile del Venetian sghignazzava come un ragazzino. A un certo punto ho messo le chips sul tavolo e ho detto “o giochiamo o non giocate“. Loro mi hanno ricoperto di insulti e se ne sono andati. Più tardi sono tornati ma io ero ancora lì e quindi se ne sono andati. Alla fine sono tornato a casa, perché ancora una volta non c’era nessuna partita a disposizione per me. A Las Vegas”.

Rick Salomon e Pamela Anderson

L’arresto dell’avversario di Salomon

Secondo la versione di Doug Polk, la questione sarebbe finita lì. Invece pare che qualcuno abbia chiamato la polizia e l’avversario di Salomon sia stato perquisito e arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti. “WCG|Rider” mette in chiaro di non aver fatto la “spia”:

“Nell’episodio di Poker After Dark, Solomon ha detto che avrei chiamato la polizia e il suo amico sarebbe stato arrestato per possesso di qualcosa di illegale, onestamente non so cosa fosse. Non è assolutamente vero che ho chiamato la polizia, però non posso che scusarmi per il modo in cui mi sono comportato. Non avrei dovuto insistere per giocare”.

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