Un campione non lo vedi solo al tavolo. Lo vedi anche quando con naturalezza e grande obiettività ammette che ormai è stato superato da tempo dagli avversari. Doyle Brunson, non è mai banale nelle sue esternazioni e soprattutto quando parla, tutti si fermano ad ascoltarlo. Sia per il rispetto che si deve ad un campione del suo calibro, sia per l'esperienza accumulata ai tavoli in tutti questi anni. E così il suo tweet rimbalza subito nella community di poker internazionale.
Ecco il suo "cinguettio"
Brunson afferma di non giocare NLH da molto tempo e che dopo aver preso parte a due eventi televisivi, SHR Celebrity Shootout e il SHR Cash Game, si sente "fuori" dalla situazione e molto superato dai suoi avversari, specie quelli delle nuove generazioni. Un'affermazione veritiera se vogliamo, ma anche forte allo stesso tempo. Non sempre a certi livelli si riesce ad esporsi come ha fatto il due volte campione del mondo, con la massima trasparenza e onestà.
Certo l'età che avanza influisce e non poco sul rendimento al tavolo di "Texas Dolly" che ormai non può più affrontare quelle maratone pokeristiche che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. In più lo stesso Brunson si è accorto che ormai, quelli che un tempo erano i suoi "allievi", adesso superano senza problemi il grande "Maestro.
Doyle Brunson ha messo a segno l'ultima bandierina nel main event del 2013, quando chiuse al 409° posto per 28 mila dollari. Il suo penultimo "In the Money" invece risale al settembre del 2011, quando all'EPT di Londra si fermò al settantasettesimo posto per 9 mila pounds. Per trovare l'ultima vittoria di "Texas Dolly" bisogna andare indietro di dieci anni ed esattamente al "Rio", dove si prese l'ultimo dei dieci bracciali vinti. Trionfo nel "$5.000 Short Handed NLH" per 367.800.
Certo negli ultimi dieci anni sono arrivati anche altri piazzamenti, fra cui un terzo posto al WPT Five Diamond al Bellagio per oltre mezzo milione di dollari. Ma sta di fatto che le bandierine si sono ridotte notevolmente rispetto al passato. Un fatto che però sembra essere accettato con grande filosofia da colui che definì la "Texana Senza Limiti di Puntata" la "Cadillac del Poker". Potrà anche non vincere più Brunson, ma il rispetto e l'ammirazione di tutto il mondo del poker, non finirà mai.