Vedere un nuotatore rimanere competitivo ad alti livelli a 34 anni è una rarità assoluta. Per raggiungere traguardi di questo genere non serve fortuna, se non quella di non aver dovuto affrontare infortuni gravissimi. Quello di Filippo Magnini è uno splendido esempio di professionismo, ma anche di un ragazzo entusiasta che non si fa problemi a confessare la sua passione per il poker. Anzi, lo vedremo dal vivo giovedì prossimo: è stata infatti annunciata la sua presenza al PPTour di Campione d'Italia. Lo abbiamo avvicinato per due chiacchiere su poker, nuoto e dintorni.
"Sono davvero felice di tornare ai tavoli da poker, passione che resta tra le mie principali ma per la quale non ho avuto praticamente tempo a disposizione negli ultimi tempi, in primis "per colpa" delle Olimpiadi. Sono contento di farlo a Campione d'Italia, casinò in cui non sono mai stato ma di cui mi parlano tutti benissimo, come la miglior location per giocare a poker live attualmente. Lì ritroverò anche il mio amico Filo (Bisciglia, ndr), che spero di incrociare ai tavoli nelle fasi cruciali del People's Poker Tour."
Tuttavia, Filippo Magnini ha trovato il modo di sfogare la sua passione per il giochino anche lontano dai circuiti italiani, nella culla del poker: "Sì, in questi anni sono stato 4-5 volte ad allenarmi vicino Las Vegas, dove 'è un centro molto importante frequentato da molti colleghi". La vicinanza con Sin City ha ovviamente indotto Filippo a fare qualche capatina: "Nei weekend sono andato spesso a giocare in diversi casinò lungo la Strip. Per chi come me è grande appassionato di poker e svago, e che non c'era mai stato, è stato proprio come il paese dei balocchi: tornei ovunque, di tutti i buy-in e varianti. Non ho mai giocato eventi importanti, limitandomi a quelli low cost che sono molto divertenti ma difficili da vincere: trovi il regular ma anche il turista più sprovveduto, quindi per me è stato difficile trovare un punto di equilibrio nel mio gioco, visto che non conoscevo nessuno".
Tuttavia, giocare dal vivo negli Stati Uniti gli è servito molto, per crescere in un gioco nel quale Magnini ammette di trovare diversi punti in comune con il nuoto. Quello del parallelismo fra il poker e l'agonismo sportivo non è una forzatura giornalistica, secondo il bi-campione mondiale dei 100m stile libero: "Nel poker serve tanta pazienza, concentrazione, determinazione. Qualità indispensabili anche nel nuoto, soprattutto in gara. Certo, poi parliamo di due discipline diversissime sotto l'aspetto del dispendio fisico, ma una buona preparazione fisica serve anche nel poker, soprattutto se si deve stare al tavolo molte ore."

L'analogia più importante tra poker e nuoto, però, è secondo Filippo Magnini un'altra: "sono due discipline molto solitarie. Stai giocando o nuotando solo per te stesso, sia che tu sia in vasca che al tavolo. In questo senso la capacità di isolarsi, e quindi il non farsi condizionare dalle performance degli altri."
Inoltre, anche il nuoto è fatto di adattamenti agli avversari, un po' come il poker. La differenza è soprattutto relativa al tempo: "posso ragionare su una mano o su una strategia da cambiare per un tempo relativamente lungo. In vasca ho al massimo 1-2 secondi..."
L'entusiasmo che si respira parlando con Magnini fa quasi dimenticare che abbiamo di fronte un 34enne, età a cui difficilmente un nuotatore arriva professionalmente: "E vero, pochissimi arrivano alla mia età rimanendo ad alti livelli. Dopo Rio ho preso un mese di pausa totale, poi ho ripreso ad allenarmi ma rinunciando ad alcune competizioni importanti, con l'obiettivo di prepararmi per i mondiali del prossimo luglio."
Intanto, però, per lui ci sarà una parentesi al tavolo verde: "Non vedo l'ora di arrivare a Campione per il PPTour e tornare a respirare l'aria di un grande torneo live."