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Macao: gambler ha debiti per 160 milioni ma non vuole pagare

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Che Macao rappresenti una realtà unica nel mondo del gambling non è una novità, considerando che ogni giorno vengono giocati decine di milioni di dollari tra giochi da casinò, scommesse sportive e poker. In un contesto particolare come quello della ex colonia portoghese, poi, non è insolito sentire storie incredibili di prestiti milionari da parte dei casinò per tenersi buoni i ricchissimi gambler asiatici dopo sessioni disastrose.

La pratica di fare accumulare debiti ai giocatori è infatti parecchio comune a Macao, visto che nell'ambiente high stakes i protagonisti possono vantare dei patrimoni talmente grandi da rendere quasi insignificanti perdite da milioni di dollari. Per loro, dunque, non dovrebbe essere un problema restituire i soldi e nella stragrande maggioranza dei casi i debiti vengono ripagati, con il cliente che si sente a suo agio a giocare in un contesto del genere.

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Tuttavia, come sempre, c'è un'eccezione, che in questo caso è rappresentata da Shao Dongming, miliardario cinese CEO di Dongding Investement. Il businessman asiatico, secondo quanto riporta Calvinayre.com, avrebbe contratto un debito da 160 milioni di dollari nel corso di una folle sessione ai tavoli di un casinò che per ora è rimasto anonimo.

Dongming avrebbe bruciato l'incredibile somma di denaro nel corso del Capodanno Cinese del 2012 e dopo la tremenda perdita se ne sarebbe andato come nulla fosse, promettendo di ripagare il casinò. Da allora Dongming, soprannominato nell'ambiente "The Red King of Gambling" non si sarebbe più fatto vedere a Macao, lasciando un buco notevole nelle casse del casinò.

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Come se non bastasse, il gambler avrebbe più volte minacciato tutti coloro che erano andati a reclamare il denaro per conto del casinò, alludendo a (reali) amicizie importanti tanto in politica quanto nelle forze dell'ordine. Secondo China's NDTV, Dongming avrebbe detto a uno di loro: "Chiunque provi a crearmi problemi finisce in prigione".

Gli inquirenti hanno comunque preso sul serio la faccenda, soprattutto dopo le denunce del casinò. Ora Dongming è sotto osservazione e si sta tentando di ricostruire la vicenda per capire se il businessman deve realmente restituire i soldi e soprattutto se le sue minacce nascondono un caso di corruzione: in quasi tre anni Dongming è infatti sempre riuscito a evitare qualunque confronto ufficiale con le autorità, nonostante la vicenda fosse ormai di dominio pubblico.

In Cina la corruzione è punibile con la pena di morte e i rischi per Shao Dongming ora vanno ben oltre una denuncia e una pessima reputazione.

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