Poker onlineNonostante le sue apparizioni ai tavoli da poker si siano ridotte drasticamente, Gus Hansen rimane uno dei giocatori professionisti più amati al mondo. Merito dei suoi modi di fare spensierati e irriverenti, ma anche di tutto ciò che ha dato personalmente al mondo del poker.
The Great Dane non ha soltanto aiutato a rendere questo gioco popolare in tutto il mondo, ma ha anche dimostrato quanto il Texas Hold'em sia un gioco di abilità. Lo ha fatto con il suo celebre libro "Ogni Mano Rivelata", diventato il punto di riferimento per tutti gli appassionati di tornei.
Quando il libro fu pubblicato, Hansen era all'apice della carriera: aveva appena vinto il Main Event dell'Aussie Millions per un milione di dollari, era ancora in attivo negli High Stakes Online e vinceva cifre da capogiro nel cash game live, sia per quanto riguarda il poker sia negli home games di Backgammon.
Negli ultimi anni, invece, la carriera di Gus ha preso una brutta piega, come tutti sanno: 20 milioni di dollari persi online, l'addio alla ricca sponsorizzazione di Full Tilt e nessun ITM nei tornei live da quasi quattro anni a questa parte.
Intervistato da WPT.com, Hansen ha parlato proprio del suo declino, partendo da un'ammissione inaspettata: dal suo punto di vista, tutto è iniziato proprio con la pubblicazione di "Ogni Mano Rivelata".
Gus Hansen e la maledizione del suo libro
"Dopo l'uscita del mio libro sono cambiate tante cose", dice Gus. Per chi non lo sapesse, nel libro il pro danese raccontava il suo Aussie Millions (poi vinto) analizzando tutte le singole mani, dalla prima all'ultima. Fu una risorsa di valore immenso per coloro che volevano migliorare il proprio gioco negli MTT, perché Hansen svelava nel dettaglio il modo in cui ragiona un top player.
"Da quel momento, nessuno credeva che io potessi mai avere una mano di valore", prosegue The Great Dane. "Nelle loro menti, io stavo sempre bluffando".
Gus avrebbe potuto utilizzare a suo favore questa immagine da maniac, ma non lo fece. E questo è forse il suo rimpianto più grande.
"Non ho fatto un buon lavoro nell'aggiustare la mia immagine, perché come tutti sanno io amo giocare tante mani. Ho commesso tanti errori sulla mia strada per questo motivo. Oggi che sono un po' sparito dalle scene forse le persone hanno smesso di credere che sia sempre in bluff. Vedremo".
Il ritorno nei tornei live nel 2018
Hansen dice "vedremo" perché ha pianificato il suo ritorno nel 2018: "I tornei di poker mi divertono nuovamente. Ora starò qua al Bellagio ancora per un po' (dove ha giocato il WPT Five Diamond Classic, ndr). Quest'anno ho giocato il One Drop e qualche altro torneo. Sto tornando a giocare con il giusto ritmo e probabilmente giocherò molto di più nel 2018. Mi vedrete in qualche torneo in più".
Gus farà il suo ritorno nonostante il poker di oggi sia ben diverso da quello di dieci anni fa.
"Oggi i giocatori forti sono più forti ma l'aspetto più importante è che i giocatori scarsi sono a loro volta più forti", dice. "Un tempo potevi trovare un sacco di giocatori scarsi. Ora i cosiddetti "bad players" ti mettono sotto pressione, ti rilanciano, fanno tante cose particolari. Così è molto più difficile".
Questa consapevolezza non lo ha però fermato dal tornare a giocare a poker. Perché Gus Hansen si considera un vero gambler che non smetterà mai di giocare a carte.
"Mi piace giocare a poker e mi piace vincere soldi. Il mix di queste due cose mi spinge a tornare. Ovviamente sono un gambler, nel senso che sono un vero giocatore. Mi piacciono tutti i giochi, e il poker è uno di questi".
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