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Hellmuth esce al WSOP 6max ma esulta: i suoi Warriors sono campioni NBA!

Comunque vada a finire, il 2015 sarà un anno indimenticabile, per Phil Hellmuth. La settimana scorsa ha portato a casa il 14° braccialetto WSOP, allungando la sua serie da record, ma la notte scorsa è arrivata la gioia più attesa: i "suoi" Golden State Warriors hanno vinto il titolo NBA, spezzando un digiuno lungo 40 anni!

Steph Curry a colloquio con due tifosi speciali: sono Phil Hellmuth (a destra) e David 'doc' Sands, altro tifosissimo Warriors
Steph Curry a colloquio con due tifosi speciali: sono Phil Hellmuth (a destra) e David 'doc' Sands, altro tifosissimo Warriors

Come è noto ai tifosi di "The Poker Brat", Hellmuth è da sempre tifosissimo della squadra californiana, nonostante sia nato a quasi 2000 km di distanza da Oakland, sede della franchigia. E come tutti i tifosi, Phil ha vissuto anni di delusioni e frustrazioni.

I Golden State Warriors sono un team che spesso ha espresso un gioco divertente, ma che quasi mai si è ritrovata a lottare per il l'anello di campioni. L'ultimo - e fino a ieri unico - trionfo risaliva al 1975, con un sonoro cappotto rifilato ai Washington Bullets. Da allora si sono susseguite stagioni ora promettenti, ora anonime, ora disastrose.

Poi la ricostruzione intorno a talenti come quello purissimo di Steph Curry, e così si arriva fino a quest'anno, con una regular season conclusa con il miglior record della lega e una cavalcata vincente anche ai playoff. L'ultimo ostacolo erano i Cleveland Cavaliers di Lebron James, realisticamente il più forte giocatore del pianeta ma lasciato troppo solo da una serie incredibile di infortuni.

Lebron James al tiro contrastato da Klay Thompson: in parterre, sulla destra, l'immancabile Phil Hellmuth...
Lebron James al tiro contrastato da Klay Thompson: in parterre, sulla destra, l'immancabile Phil Hellmuth...

Alla fine è stato 4-2 Warriors, e Phil Hellmuth può esultare: l'ultima volta che era successo, il futur poker brat aveva appena 10 anni...

Nonostante la concomitanza con le WSOP, Hellmuth è riuscito a ritagliarsi uno spazio per una toccata e fuga in occasione di gara 5: da Las Vegas a Oakland sono circa 550 miglia, quindi un volo abbastanza comodo. Più comoda ancora è stata la vittoriadei Warriors, che si sono imposti per 104 a 91 guadagnandosi due match point, il primo dei quali già la notte scorsa, a Cleveland. Lì Hellmuth non ha potuto esserci, perchè impegnato in tornei importanti come l'evento 32, 5.000$ No Limit Hold'em 6-handed, nel quale era tra i 190 qualificati al day 2 con circa 63mila gettoni. Le cose non sono andate però come sperato

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Poco male, allora: c'era una gara 6 tutta da gustare. E appena qualche ora dopo, ecco la gioia: vittoria 105 a 97 in trasferta e titolo in tasca! Subito è esplosa l'esultanza di tutta la "Dub Nation" (così si definisce la community dei tifosi warriors) e anche del pluricampione WSOP:

Attendere 40 anni per qualcosa del genere è una gioia immensa, che solo chi è tifoso può capire.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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