Poker onlineTra le guardie ed i ladri, c'è sempre qualcuno che se ne sta a guardare: troppo curioso per parteggiare per le prime, troppo onesto per imitare i secondi, Jason England da almeno vent'anni raccoglie da Las Vegas oggetti che hanno fatto la fortuna dei bari.
"Si tratta un po' del fascino che si prova guardando un film di James Bond - sembra giustificarsi - sono attratto da queste cose non perché le approvi moralmente, ma perché le trovo ingegnose".
E così scopriamo che il cimelio più curioso non sono tanto i dadi truccati, ma un piccolo cilindro in metallo vuoto (photo courtesy of The Verge), che riproduce una pila di fiches: basta farle sparire lì dentro mentre si finge di giocherellarci per poi passarle in tasca. Semplice ma funzionale, almeno in passato: "Questo oggetto da solo è stato forse il più redditizio di tutti quelli che siano mai stati utilizzati", spiega mostrandolo.
Adesso si tratta di un espediente che non potrebbe mai funzionare, perché i sistemi di sicurezza hanno fatto passi da gigante rispetto al passato, ma quella stessa tecnologia che lo ha permesso può essere utilizzata anche per lo scopo opposto: "Tutto quello di cui hai bisogno sono le informazioni. Se conosco le tue carte o so cosa uscirà al flop sarò in grado di batterti". Questo almeno in teoria.
Già, perché eludere la sorveglianza di un casinò piuttosto che piegare una slot machine al proprio volere sta diventando troppo complicato, al punto che le attenzioni dei malintenzionati si stanno rivolgendo perlopiù altrove: "I bari oggi non cercano più di sfidare le case da gioco, ma si annidano nelle partite private, è lì che per loro ci sono più soldi da fare".
E se lo dice qualcuno che il sole di Las Vegas lo saluta ogni mattina, probabilmente c'è da credergli.
Se hai perso le altre puntate di questa "trilogia", puoi rileggere qui la prima parte, mentre trovi qui la seconda parte.
