Il contenzioso tra Phil Ivey ed il Crockfords Casino continua: dalle pagine del Daily Mail viene infatti riportata la tesi della casa da gioco, secondo la quale lo statunitense avrebbe tratto un vantaggio da un difetto di fabbricazione delle carte utilizzate.
Ad un tavolo di baccarat - dove in tre giorni Ivey ha vinto l'equivalente di oltre nove milioni di euro - il banco dà due carte a sé e due verso il giocatore, che deve decidere su quali scommettere. Nonostante non sia permesso in alcun modo toccare le carte, secondo il Crockfords Ivey non ne avrebbe avuto bisogno, per assicurarsi un vantaggio anomalo.
Le carte sarebbero stati infatti "viziate". In particolare, la fantasia a rombi sul dorso avrebbe avuto delle leggere asimmetrie in alcune carte, consentendo così ad un occhio attento di identificarle.
Molto rumore ha fatto anche la misteriosa compagna di Ivey, una donna orientale che sarebbe residente a Las Vegas e che - nonostante non ne siano state rese note le generalità - secondo quanto riportato dal Daily Mail sarebbe stata bannata da almeno due casinò per episodi analoghi, avvenuti nel 2011.
E' stata lei a suggerirgli il difetto di fabbricazione delle carte, o i due se ne sono semplicemente accorti mentre stavano giocando? E in quest'ultimo caso, è forse colpa di Ivey se il Crockfords non si è accorto in tempo di questo problema?
La battaglia è insomma cominciata, e certo non è che all'inizio. D'altra parte, quando in ballo ci sono certe cifre, arrendersi non è mai un'opzione.