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"Il poker non è un gioco di abilità": dall' Olanda una sentenza incredibile!

Mentre il mondo viaggia in una certa direzione, c'è sempre qualcuno che si ostina a remare contro. Così, in barba a tutte le recenti sentenze e studi scientifici che hanno dimostrato come il poker sia un gioco di abilità, o perlomeno in cui essa gioca un ruolo importante, arriva una sorprendente sentenza emessa da un tribunale olandese.

Il caso riguardava due uomini, che avevano organizzato per alcuni anni dei tornei in un bar di Bussum, cittadina a circa 30 km da Amsterdam. I tornei erano a buy-in molto basso e attiravano in media una settantina di persone, ma ciò non ha impedito ai due di finire nei guai con la giustizia.

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I legali dei due ci hanno provato, sostenendo che il poker "è un complesso gioco a più giocatori in cui la fortuna gioca un ruolo, ma l'abilità del singolo ha una influenza significativa sull'esito della partita".

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Tuttavia, il collegio giudicante del tribunale di Amsterdam è stato di parere decisamente contrario. La ragione? Secondo i magistrati Postma, Loyson e Iedemat, il semplice fatto che il giocatore non possa sapere quali carte gli verranno servite, rende il poker un gioco di fortuna: "Di qualsiasi livello di abilità il giocatore sia dotato, essa non ha alcuna influenza sulle carte che gli sono assegnate".

Oltre che contro le argomentazioni degli avvocati difensori e contro sentenze e studi susseguitisi negli anni, questo pronunciamento va in contraddizione anche con lo stesso ordinamento fiscale olandese: nei Paesi Bassi, infatti, la figura del giocatore di poker professionista è riconosciuta ai fini fiscali.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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