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"Il poker non è un gioco di abilità": dall' Olanda una sentenza incredibile!

Mentre il mondo viaggia in una certa direzione, c'è sempre qualcuno che si ostina a remare contro. Così, in barba a tutte le recenti sentenze e studi scientifici che hanno dimostrato come il poker sia un gioco di abilità, o perlomeno in cui essa gioca un ruolo importante, arriva una sorprendente sentenza emessa da un tribunale olandese.

Il caso riguardava due uomini, che avevano organizzato per alcuni anni dei tornei in un bar di Bussum, cittadina a circa 30 km da Amsterdam. I tornei erano a buy-in molto basso e attiravano in media una settantina di persone, ma ciò non ha impedito ai due di finire nei guai con la giustizia.

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I legali dei due ci hanno provato, sostenendo che il poker "è un complesso gioco a più giocatori in cui la fortuna gioca un ruolo, ma l'abilità del singolo ha una influenza significativa sull'esito della partita".

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Tuttavia, il collegio giudicante del tribunale di Amsterdam è stato di parere decisamente contrario. La ragione? Secondo i magistrati Postma, Loyson e Iedemat, il semplice fatto che il giocatore non possa sapere quali carte gli verranno servite, rende il poker un gioco di fortuna: "Di qualsiasi livello di abilità il giocatore sia dotato, essa non ha alcuna influenza sulle carte che gli sono assegnate".

Oltre che contro le argomentazioni degli avvocati difensori e contro sentenze e studi susseguitisi negli anni, questo pronunciamento va in contraddizione anche con lo stesso ordinamento fiscale olandese: nei Paesi Bassi, infatti, la figura del giocatore di poker professionista è riconosciuta ai fini fiscali.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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