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Isaac Haxton, il poker pro esemplare: quando il padre scrisse un libro sulle sue skill

Nelle ore e nei giorni successivi al suo più importante successo in carriera, Isaac Haxton ha ricevuto una incredibile moltitutine di complimenti. La maggior parte di essi provengono dai suoi colleghi, top player come lui che stanno facendo a gare per testimoniarne il grandissimo valore.

Ike e una valanga di complimenti

Da Mike McDonald a Jason Koon, è gara a tessere le lodi di Haxton. Colpiscono in particolare le parole di Koon:

“Ike ha runnato malissimo così tante volte, e non ho mai sentito un singolo lamento da lui. Nessun ego, solo classe pura e talento”. è la traduzione del post.

Ma cosa ha di speciale questo ragazzo, da suscitare praticamente solo lodi e critiche positive? Cerchiamo di tratteggiare, in breve, un profilo di Isaac Haxton.

Isaac Haxton: come nasce un fenomeno vero

Nato 33 anni fa a New York da padre professore d’inglese e poeta e madre psichiatra, Ike sviluppa prestissimo talento e propensione per i giochi d’abilità. Dal principio è papà Brooks ad introdurlo agli skill game, così a 4 anni gioca già a scacchi e poi, in età adolescenziale, diventerà un fortissimo giocatore di “Magic: The Gathering”.

Proprio il Magic sarà la chiave per introdurlo al mondo del poker, del quale diventerà poi un campione riconosciuto da tutti, come si celebra appunto in questi giorni.

Per capire meglio la particolarità dell’ambiente familiare in cui Ike è cresciuto, vale la pena raccontare cosa successe dopo che il ragazzo decise di intraprendere la carriera di giocatore di poker professionista.

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Dove la stragrande maggioranza di voi ha il problema di fare accettare ai genitori l’idea di provare a guadagnarsi da vivere giocando a poker, Haxton ha avuto nei genitori i suoi primi supporter, addirittura con un libro che celebrasse le sue skill. “Una carriera nel poker è una terribile idea per molte persone. Ma Isaac pensava che guadagnarsi da vivere giocando a poker avesse senso per lui, così io e sua madre ci fidammo del suo giudizio”… Così parlava qualche anno fa Brooks Haxton a proposito del figlio e della sua scelta. Lo stesso Isaac, qualche anno dopo, ha svelato di aver fatto una promessa molto precisa a mamma e papà.

Il padre che scrisse un libro sulle sue skill

Genitori “illuminati” che stimolano molto i loro figli spesso si creano aspettative alte. Così la decisione di provare a vivere di poker, già di per sé non proprio il massimo in termini di “certezze” e reputazione sociale, diventa difficile da digerire. Non per Brooks Haxton. “Isaac mi ha sorpreso. Con un cervello come il suo avrebbe potuto insegnare o fare il ricercatore, o almeno questo è ciò che ho pensato per anni. Poi, improvvisamente, si è ritrovato a vincere molti soldi giocando contro i più forti giocatori di poker al mondo. Era sbalorditivo, e qualsiasi cosa sia sbalorditiva è un buon soggetto su cui scrivere”. Così Brooks Haxton non solo non si oppone alla decisione del figlio di diventare giocatore di poker, ma decide di scriverci un libro. Si intitola “Fading hearts on the river” ed è una sorta di live blog, un racconto in presa diretta della carriera del figlio che viene seguito e intervistato di continuo per tre anni.

Idee chiare e coerenza: Ike è così

La carriera pokeristica di Isaac non è stata solo benedetta dai genitori, ma un vero e proprio percorso di altissimo livello, fin dal primo momento. E appunto, non stiamo parlando di uno che ha sfruttato il colpo di fortuna di una grossa vittoria, per costruirsi una carriera. Il secondo posto alla PCA 2007 (al suo primo torneo live nella vita) era già da allora solo un episodio, per uno che già da allora aveva le idee piuttosto chiare, sulla priorità da dare al cash game rispetto ai tornei. Agli MTT si è dedicato poi con maggiore continuità nella seconda parte della sua carriera, pur senza trovare la run della vita. Almeno fino a qualche giorno fa…

Il comportamento sempre esemplare riguardo agli showdown importanti persi, l’assenza di qualsiasi lamento sulle proprie sorti pokeristiche sono tutti segnali di una personalità che era e rimane fortissima, che la presenza o meno del successo non è mai riuscita a intaccare. Una persona allergica al mainstream che non ha mai avuto paura di dire ciò che pensa, né di assumere posizioni impopolari o tantomeno prendere decisioni difficili. Di lui, per esempio, si ricordano le dimissioni dal team pro di PokerStars, per mostrare il proprio disappunto riguardo alla nuova politica della room sui vip systems. Altri avrebbero fatto finta di essere d’accordo. Isaac Haxton no, e forse anche per questo i suoi colleghi lo adorano.

 

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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