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Jake Cody: "Vendo sempre quote, ma ho swingato $200.000 alle WSOP. E il mio pot più grande..."

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Jake Cody è uno dei giocatori professionisti più seguiti e apprezzati nel Regno Unito, perché è stato uno dei primi a vestire i panni del giovane sconosciuto che scala tutti i livelli e diventa una stella del poker incassando milioni di sterline. Da qualche anno il team pro di Pokerstars ha abbandonato il look dark che lo contraddistingueva ed è diventato padre, ma la maturità acquisita non ha allontanato i suoi fan, che in realtà sono diventati ancora di più.

Non stupisce, quindi, che il suo canale su Youtube abbia già totalizzato più di 140.000 visualizzazioni dopo appena una settimana dal lancio. Per ringraziare i suoi fan per l'affetto dimostrato, Jake ha deciso di fare un Q&A, ovvero un video per rispondere alle loro domande. Sono venute fuori dichiarazioni e retroscena sicuramente interessanti, soprattutto per quanto riguarda una brutta esperienza vissuta a Barcellona qualche anno fa...

IL Q&A DI JAKE CODY

"Era una delle prime volte che andavo all'EPT di Barcellona", ha raccontato rispondendo a un follower che gli chiedeva se fosse mai stato derubato. "Era una giornata senza tornei, così sono andato a bere con Ash Mason in un karaoke bar. C'erano tanti pro come Liv Boeree e ho bevuto tanta vodka e red bulls. Una pessima idea".

Con tutto quell'alcool in corpo, i due professionisti inglesi hanno infatti commesso una grande stupidaggine. "Quando il karaoke ha chiuso io e Ash abbiamo deciso di andare alla spiaggia di Barcellona", ricorda ridendo imbarazzato. "Erano le 4 o 5 di mattina, c'era gente che beveva e musica. Era una bella situazione e visto che eravamo un po' ubriachi abbiamo avuto la brillante idea di fare il bagno nudi. Ci siamo spogliati e ci siamo messi a correre verso il mare. Pensavamo fosse una figata".

Jake Cody qualche anno fa
Jake Cody qualche anno fa

Ma l'esperienza apparentemente fantastica si è trasformata in un incubo una volta tornati sulla spiaggia: "Quando siamo tornati indietro non abbiamo più trovato nessuna delle nostre cose. Portafogli, cellulare, passaporti, chiavi dell'hotel, vestiti: tutto sparito. Eravamo completamente nudi e ci guardavano tutti. Ci siamo chiesti cosa fare, alla fine abbiamo preso delle grandi foglie da una palma per coprire le parti intime. Ci siamo salutati e siamo tornati ai rispettivi hotel, il giorno dopo siamo stati per 9 ore alla stazione di polizia. Un disastro".

Una brutta esperienza che gli ha insegnato molto, ma d'altronde l'apprendimento è una parte fondamentale dell'essere un giocatore professionista di poker: "Come faccio a tenere alta la motivazione per continuare a migliorare? Il giorno in cui smetterò di imparare è il giorno in cui smetterò di giocare. Se smetti di imparare è l'inizio della fine".

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Cody ha anche parlato a lungo del cash game, una disciplina a cui solitamente non viene associato in quanto è noto come torneista. E invece, anche nel cash game si è tolto grandi soddisfazioni: "Ho runnato bene, lo so, perché i miei 5 piatti più grandi del cash game li ho vinti tutti. C'è tanta varianza e mi è sempre andata bene. Il mio piatto più grande? Ero a Notthingham, in una partita che doveva essere £10-20. In poco tempo abbiamo alzato i limiti a £20-40, poi £25-50. Alla fine la partita è diventata una £50-£100-£200-£400. Avevo uno stack di £20.000, un tizio ha rilanciato, io ho 3-bettato con A-A,  lui ha pushato e io ho chiamato. Aveva K-K e mi ha detto di voler girare una volta. Nessuna sorpresa e ho vinto io".

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Ma, cash game a parte, Jake è prima di tutto un esperto torneista. In carriera ha vinto più di 4 milioni di dollari dal vivo, ma ammette che la vendita e lo scambio di quote ha influito sui suoi profitti: "Non gioco quasi mai al 100%. Solitamente swappo il 5-20% tra amici e se devo giocare tornei grandi come il Main Event WSOP vendo sempre quote. Non c'è una percentuale predefinita, dipende dalla situazione. Il più grande downswing? L'ho sperimentato alle ultime WSOP. Ho giocato il 100.000$ tenendo per me il 20%, che è comunque molto più del solito. Ho fatto pochi ITM, è stato un downswing da 200.000 dollari circa. In quei momenti inizi a mettere in dubbio tutto sul tuo gioco e la tua bravura".

In conclusione, Jake Cody fa una dichiarazione interessante sulla sua professione: "La cosa più difficile dell'essere un poker pro è anche il suo più grande pregio: la libertà di non avere un capo e e non dover rispondere a nessuno. Perché devi essere tu a giocare il giusto numero di ore, ad essere concentrato e aver voglia di fare. Nessuno ti obbligherà, devi costringerti a essere un professionista. È qui che molti giocatori falliscono".

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