Vedere Michael Phelps sponsorizzato da un'importante poker room e quindi seduto con una certa costanza ai tavoli da poker pare sia tutt'altro che fantascienza: da quando lo statunitense ha annunciato il ritiro questi rumors si sono fatti ancora più insistenti, e certamente non per caso.
Dopo essersi affermato come l'atleta più medagliato di sempre alle olimpiadi, infatti, gli sponsor lo braccano ormai costantemente (è notizia recente il fatto che sia diventato testimonial di Louis Vuitton), e le recenti performance di Londra non hanno fatto altro che peggiorare le cose, ammesso che in questo genere di cose di peggioramento si possa mai parlare.
Dal canto suo, Phelps vanta numerosi amici fra i personaggi che contano di questo mondo, ed in varie interviste non ha mai nascosto la propria passione per questo gioco, che proprio adesso potrebbe cominciare a praticare in modo ben più serio di quanto fatto finora, spinto tanto dalla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo che dal cercare di incanalare altrove quello spirito competitivo che non ha certo abbandonato in acqua.
C'è tuttavia chi non ha mancato di far notare come questa propensione al volersi imporre ad ogni costo possa costituire anche una debolezza nel gioco, specie quando si ha molto denaro a disposizione ma una conoscenza del gioco ancora piuttosto acerba: "Michael ha un'indole che lo porta a non voler mai mollare finché non vince - ha recentemente raccontato un suo amico al Daily Mail - sebbene questa gli sia stata di enorme aiuto nella sua carriera d'atleta, per quanto riguarda il poker può rivelarsi costosa".
Sembra che Phelps abbia già investito nel gioco centinaia di migliaia di dollari, non un problema in realtà per un ragazzo che a soli 27 anni ha un patrimonio personale stimato nell'ordine dei 45 milioni di dollari, destinato peraltro verosimilmente a crescere in futuro: se questo accadrà anche grazie al Texas Hold'em o meno, soltanto il tempo potrà dircelo.