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Poker live: New York e le sue partite "underground"

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Brandon Adams, il noto pro statunitense nonché professore di Economia ad Harward, aveva inserito la Grande Mela al sesto posto della speciale classifica delle capitali più hot del poker, nonostante la metropoli sia ancora sprovvista di un casinò. Dal film Rounders poco è cambiato: l’action underground è sempre caldissima, con partite cash game high stakes da mettere i brividi.

Ce n’è per tutti i gusti, le location sono le più disparate, dai club sotterranei dell’ East Village, a lussuosi attici di Lexington Avenue, per passare ai loft di Meatpacking District, a Manhattan. I tavoli sono sempre affollati e le cucine funzionano come bar, con cameriere pronte a prendere ordini e servire i giocatori durante le partite.

Proprio dalla testimonianza di una dipendente ‘pentita’ è venuto fuori un quadro a dir poco preoccupante e si avverte sempre più la necessità di legalizzare questa action selvaggia: il Governatore Cuomo vorrebbe inaugurare il primo casinò entro 3 anni nel Queens. 

I racconti della testimone sono degni delle migliori storie di Doyle Brunson, quando nei primi anni ’60 passava da una bisca ad un’altra nel profondo Sud. Sulle river dell’Hudson invece gli home games continuano ad essere gettonati anche nel 2012.

poker-roundersSi può giocare a qualsiasi ora del giorno: basta conoscere il nome giusto da dare alla porta ed avere la quantità necessaria di denaro per prendere parte a queste partite private. I regulars raramente lasciano i tavoli: si siedono verso le 5 del pomeriggio e tirano lungo fino all’alba, magari anche alle 7 del mattino.

“Circa un anno fa – racconta la testimone – avevo appena lasciato il mio lavoro di barista in uno strip club. Avevo un amico che giocava in queste rooms clandestine e mi ha messo in contatto con alcuni gestori. Così ho fatto la cameriera in diversi club sotterranei di New York”.

Il quadro descritto è decadente anche per le partite high stakes: “in un primo club l’ambiente era squallido, luci fluorescenti, pareti nude, mobilio scarso ed economico, fatta eccezione per il grosso tavolo da poker che occupava quasi tutta la stanza. Mi aspettavo uomini in giacca e cravatta ed invece erano per lo più di mezza età, spesso in sovrappeso, in pantaloncini ed infradito ai piedi, con i tovaglioli di carta infilati nelle camice, in modo che tra una mano e l’altra, potevano allungare le mani su un’ala di pollo o un burritos”.

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In un’altra stanza del club invece si disputavano sit and go con buy-in da 200$, con una presenza giovanile più massiccia: “ragazzi vestiti casual” e più sensibili al fascino del gentil sesso.

Nel secondo locale l’ambiente sembrava più formale: “stessa illuminazione fluorescente e abbigliamento tranquillo. C’erano due rooms con diversi tavoli da poker, con più schermi piatti alle pareti. Io ho lavorato soprattutto in quel poker club. Il mio amico si è raccomandato di indossare vestiti sobri perché il locale era frequentato da giocatori seri che non volevano distrazioni. In altri club invece le ragazze servono ai tavoli, indossando solo lingerie o bikini".

matt-damon"Il mio compito era di assisterli durante le partite di texas hold’em. Dovevo servire da bere ai tavoli o portare chips. I players parlavano solo di poker, sport e si scambiavano opinioni sulle migliori steakhouses della città”.

“Nel locale lavoravano anche giocatori, ingaggiati dalla casa per alimentare l’action. Mi ricordo anche di un ragazzo asiatico che perdeva sempre ed in sei settimane ha bruciato tutti i soldi ereditati. Ero l’unica donna nella room ma a nessuno importava, erano tutti concentrati sul gioco. I players non mostravano alcuna emozione neanche di fronte a grossi piatti vinti o perdite ingenti”.

“In un giorno lavorativo vengono giocati circa 200.000$ e il rake che rimane alla casa è di circa 25.000$. Durante il fine settimana i volumi sono notevolmente più elevati. Mi ricordo che le dealers erano ben pagate e potevano percepire fino a 6.000$. Nell’ultimo anno però molte rooms sono state chiuse dalla polizia dopo lo scoppio dello scandalo che ha coinvolto il giocatore degli Yankees, Alex Rodriguez. Non solo i gestori ma anche i dipendenti rischiano accuse pesanti e diversi anni di carcere”.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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