Brutte notizie per Roland de Wolfe, noto giocatore di poker inglese - ma da qualche tempo un po' fuori dai radar - nonché secondo in assoluto a conquistare la Triple Crown live, dopo Gavin Griffin: il britannico è stato denunciato per una presunta collusion.
Iraj Parvizi, un trader di Dubai, ha deciso di fare causa al casinò Les Ambassadeurs di Londra, chiedendo la straordinaria cifra di 10 milioni di sterline di danni. La pietra dello scandalo è rappresentata da una serie di partite di cash game high stakes, giocate tra il 2010 e il 2013.
Secondo Parvizi, due giocatori di poker professionisti avrebbero lavorato insieme, incoraggiandolo a puntare il più possibile, prima di spartirsi le vincite: si tratterebbe appunto del nostro de Wolfe e di Josh Gould. A dare manforte alla tesi del trader di Dubai un personaggio che di cheating se ne intende parecchio.
Si tratta di Richard Marcus, un ex truffatore poi convertitosi, definito addirittura "il miglior cheater professionista nella storia del poker". Secondo quanto emerge dalla denuncia, il baro redento sostiene in particolare che una partita di poker high stakes, centrale nella disputa, sarebbe stata "inequivocabilmente corrotta a causa della collusion da parte dei giocatori Josh Gould e Roland de Wolfe".
Marcus ci è andato giù pesante. Dopo aver studiato le riprese delle telecamere del casinò, ha infatti così testimoniato: "Non esiste neppure la minima probabilità che questa partita di poker fosse regolare e al di sopra delle parti".
Il casinò Les Ambassadeurs, nel frattempo, nega di essere stato a conoscenza di manovre di cheating, definendo "imbarazzanti" le accuse di Parvizi. In effetti, si potrebbe dire che la predica non arriva certo dal più pulito dei pulpiti.
Il trader di Dubai, infatti, conosce bene la collusion. Il Financial Conduct Authority, guarda un po', sta indagando su di lui per investimento fraudolento, un reato molto particolare che consiste nel divulgare false informazioni in modo che i clienti siano indotti a comprare o vendere determinati tipi di beni o azioni.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratti del classico caso in cui la preda vuole farsi cacciatore: chissà che Parvizi, subodorando una potenziale condanna con tanto di pesante multa, non abbia deciso di agire legalmente a sua volta, nel tentativo di recuperare un po' di soldi. A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina…