Nel poker siamo abituati a dovere fronteggiare un tipo di slow play: quello dell'avversario di turno che decide di sottorappresentare la sua mano in modo da estrarre più valore nelle street successive. Il tavolo finale del WSOP Main Event ha riportato in auge il termine nella sua accezione letterale: GIOCO LENTO.
Lento, anzi lentissimo, come quello espresso da Ofer Zvi Stern nel periodo in cui è stato al tavolo. E' stato infatti calcolato che l'israeliano ha impiegato in media 34 secondi per ciascuna decisione preflop. Un tanking marcatamente eccessivo, talmente irritante da sfociare in un provvedimento di warning da parte del Tournament Director.
Come era prevedibile, questo episodio ha riportato di attualità il dibattito sulla opportunità di introdurre uno "shot clock" nei tavoli finali di eventi di primaria importanza come le World Series Of Poker. Daniel Negreanu, sempre in prima linea quando c'è da dire la propria su temi di interesse comune nel mondo del poker, si è schierato nettamente con il sì:
Without significant rule changes I'm concerned live poker on TV may do more harm than good. So many people turned off by slow pace of play.
— Daniel Negreanu (@RealKidPoker) November 9, 2015
Negreanu invoca un cambio delle regole per far sì che il pubblico non cambi canale, o più in generale non si disamori al gioco per via di uno spettacolo non all'altezza. Molti si sono detti d'accordo con lui, a partire dalla leggenda Doyle Brunson, ormai chiamatosi fuori gioco dal poker ma che si è detto "tremendamente annoiato" dal final table di quest'anno. Più sfumata la posizione di un'autorità nel settore come Matt Savage, direttore esecutivo del WPT ma anche membro fondatore della TDA, l'autorità che ogni anno cerca di aggiornare il regolamento del poker alle esigenze che l'evoluzione del gioco manifesta. Secondo Savage la regola numero 65 del TDA va lasciata così com'è, poichè lascia ampi margini discrezionali al direttore del torneo
There is a @PokerTDA rule for "delay of game" to use at TD's discretion. #TDARule65 #ShotClocks pic.twitter.com/sAFPlJQws3
— Matt Savage (@SavagePoker) November 9, 2015
Secondo Savage si tratta di questioni che vengono fuori regolarmente ogni anno di questi tempi, e che si tratta di situazioni troppo rare perchè generino un cambio sul regolamento. Vedere un TD intervenire a un final table WSOP per una questione del genere è effettivamente qualcosa di più unico che raro, come mai vista era questa strana strategia da parte del player israeliano.
In genere, anche i giocatori meno esperti che si cimentano nel poker live sanno ormai che è buona abitudine prendersi qualche secondo per riflettere, anche su decisioni apparentemente banali. Così, utilizzando sempre lo stesso quantitativo di tempo sia per gli spot semplici che per quelli più difficili, ci si educa a concedere meno tell e pattern agli avversari. Ma quella di Stern è una estremizzazione di ogni strategia in questo senso e, soprattutto in un contesto di enorme risonanza mediatica come quello del WSOP Main Event final table, non può davvero considerarsi fattibile.
Il dibattito è e rimane aperto: da un lato quelli che preferiscono salvaguardare lo spettacolo (e interessare potenzialmente nuovo pubblico), dall'altra quelli che preferiscono proteggere la ritualità del live, perchè in fin dei conti il player che "tanka infinito" offre agli avversari un tempo maggiore per cercare di carpire qualche tell. Voi da che parte state?