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Big One for One Drop Steffen Sontheimer

Steffen Sontheimer: “I cashgamer saranno sempre più forti dei torneisti. Gli MTT come il decathlon”

Prima di diventare uno dei top regular degli high roller live e accumulare vincite lorde da capogiro in questo contesto, Steffen Sontheimer era un giocatore di poker molto diverso. Non solo perché invece di dedicarsi agli MTT giocava esclusivamente il cash game, ma anche perché del poker live non si interessava minimamente: il suo unico obiettivo era grindare online e confermare di anno in anno lo status di Supernova Elite. Come aveva già dichiarato, prima degli high roller live aveva giocato 3 milioni di mani allo ZOOM 500.

La svolta nella sua carriera c’è stata nel 2015, quando PokerStars ha eliminato il programma di rakeback che dava la possibilità di diventare Supernova Elite (e quindi incassare una percentuale molto elevata della rake prodotta ai tavoli). A quel punto, Sontheimer si è trovato costretto a cambiare radicalmente il suo stile di gioco e il suo approccio ai tavoli: se fino a quel momento aveva puntato tutto sulla massa, ora era necessario migliorare la tecnica, giocare meno mani e alzare drasticamente il winrate (con lo status di Supernova Elite si potevano incassare cifre molto alte anche facendo breakeven ai tavoli).

Sontheimer si è reso conto molto in fretta che era meglio dedicarsi ai tornei. Ha iniziato nell’estate del 2015 con gli MTT Online e dopo una trasferta a Miami nel 2016 con alcuni amici e finanziatori (tra cui Rainer Kempe e Fedor Holz) nella quale ha ottenuto un ottavo posto in un high roller da 25k, ha deciso di concentrarsi sul live. Il motivo principale è semplice: il livello in quei tornei gli sembrava molto più basso rispetto al cash game online.

Una convinzione che Sontheimer ha anche al giorno d’oggi, come ha dichiarato in un’intervista per SoMuchPoker. Ma il fatto che i cashgamer siano giocatori più forti rispetto a un torneista non significa che siano anche più vincenti. Un concetto che il tedesco ha spiegato con una interessante metafora sportiva.

La metafora di Steffen Sontheimer: i torneisti come gli atleti di decathlon

I pro dei tornei di poker sono come gli atleti del decathlon“, ha dichiarato Sontheimer. Per chi non  lo sapesse, il decathlon è una specialità dell’atletica leggera nella quale si compete in dieci gare di diverse discipline, tra cui i 100 metri piani, il salto in lungo, il salto in alto e il salto con l’asta.

“In Germania diciamo che i professionisti del decathlon sono i re degli atleti – prosegue il poker pro – ma la realtà è che nelle singole discipline non hanno alcuna possibilità di essere i migliori al mondo. Perché se competi in 10 discipline differenti, non c’è verso che tu sia il migliore al mondo solo nei 100 metri o nel salto con l’asta”.

Dal suo punto di vista, lo stesso vale per i torneisti.

“Nel poker è lo stesso. Un torneista vincente è il migliore nell’affrontare una competizione composta da tante discipline differenti ma non è certamente tra i più forti nelle singole discipline. Per dire, ci sono giocatori esperti nel giocare con 20 big blinds, ci sono quelli esperti con i deep stack, ci sono gli ex regular dei sit&go che conoscono la ICM alla perfezione… ognuno di loro è molto più forte, nella singola disciplina, di un torneista vincente“.

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Perché i cashgamer sono meglio dei torneisti

Diventare un ottimo giocatore di tornei è quindi, secondo il tedesco, una questione di saper fare bene tutto senza primeggiare in nulla. Ma avendo giocato tanto e ad alti livelli sia nel cash game sia negli MTT, Sontheimer non ha dubbi: i cashgamer sono giocatori di poker molto più forti (concetto già espresso da Doug Polk). Ecco perché, pur essendo un regular dei tornei, continua a giocare a cash game:

“Io continuo a giocare molto a cash game per assicurarmi di essere ancora un giocatore vincente. Se vinco a cash game, sono sicuramente vincente anche negli MTT“.

Steffen Sontheimer
Steffen Sontheimer

L’elogio a David Peters

Infine, Sontheimer ha detto che la maggior parte dei regular degli high roller live non si impegna come dovrebbe: alcuni non studiano nessuna disciplina in particolare, altri invece si concentrano solo su alcune tralasciando le altre (ad esempio studiano solo l’ICM senza impegnarsi a migliorare il proprio gioco con uno stack profondo). Ma i virtuosi esistono anche nei tornei di poker e David Peters rientra in questa categoria.

“I migliori giocatori di tornei al mondo, come David Peters e il suo gruppo di pro americani, lavorano davvero duramente su ogni singola disciplina degli MTT. Ciononostante, il giocatore medio dei tornei non si esercita su niente in particolare. D’altronde, nei tornei c’è tanta varianza quindi non è facile capire in cosa sei forte e in cosa no. La varianza permette a molte persone di credere di essere brave abbastanza da non dover più studiare“.

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