Una goccia batte l’asfalto bollente. L’immagine si ripete al rallentatore e attira le attenzioni del giocatore. Una mano passa un fazzoletto di carta sulla fronte. Il giocatore si guarda intorno a caccia di un cestino dei rifiuti. Stare in coda sotto la calura a boccheggiare non è per niente affascinante. Il giocatore inizia a domandarsi chi glielo abbia fatto fare, mentre il fazzoletto zuppo rimane prigioniero della mano.
Gli occhi ancora alla ricerca si sollevano e riportano serenità al giocatore. La scritta Rio e i cartelloni World Series Of Poker sono sufficienti a giustificare molti sacrifici. Il tarlo, però, rimane. Il giocatore si domanda perché non ci sia un’organizzazione migliore mentre scala di due metri in avanti e si avvicina all’entrata.
Improvviso un rombo.
Gli occhi si spalancano spauriti, la schiena si piega in avanti di scatto. Il cuore batte forte. Un buio pesto accompagna la stanza. Il letto è bagnato. Il giocatore respira con affanno ma cerca di ritrovare la calma e la lucidità necessarie.
Era tutto un sogno. La febbre tira brutti scherzi. Il giocatore inizia a riderci sopra: “Era impossibile che ci fosse tutta quella calca, assurda la coda fuori dal Rio per attendere di iscriversi al Main Event WSOP”.
Le ultime energie sospingono fuori dal letto. Passi fiacchi verso il bagno. Una rinfrescata rapida, prima che i brividi di freddo tornino a scorrere lungo la schiena e convincano a procurarsi nuovamente un posto in prima fila nel lettone a una piazza e mezzo.
Il giocatore sbuffa. Sfiancato dall’influenza si accascia, ma trova la forza di accendere il compagno di merende e di lavoro. Il portatile si illumina. Le icone presenti sul desktop parlano chiaro.
Il poker non è solo una passione. Il giocatore è un signor professionista che bazzica in quasi tutte le room principali del circuito.
Tuttavia non sono queste fredde e uggiose giornate di campagna le più idonee per cimentarsi ai tavoli. Oltretutto il termometro segna ancora 39 gradi. Cinque minuti davanti al monitor, giusto il tempo di sfogliare qualche blog e leggere le notizie aggiornate di amici che stanno andando a caccia di gloria dove lui ora non c’è.
Gli occhi si socchiudono, indicando la via da intraprendere. Il riposo è necessario, ma gli ultimi pensieri prima di assopirsi già fanno viaggiare verso le mete più esotiche e ambite come i Caraibi per il PCA (Poker Carribean Adventure).
Paesaggi da immortalare nel cuore aspettano, ma gli scenari si mescolano con le sale da poker e l’idea allettante di un trionfo.
Il poker non è solo un sogno, ma realtà. Si spengono i rumori attorno e dolce è il giacere accompagnato dal fruscio immaginifico di chip e carte.
Matteo "TheoVe" Viola