Si avvicina a grandi passi l'evento pokeristico dell'anno: il Big One For One Drop, torneo dall'incredibile buy-in di 1 milione di dollari che si terrà al Rio di Las Vegas come event#55 delle WSOP 2012 nei giorni 1, 2 e 3 luglio prossimi.
L'attesa è enorme intorno ad un evento che fa discutere fin da quando è stato annunciato, e continuerà presumibilmente a farlo anche nelle settimane a seguire. Ricordiamo che si tratta di un torneo benefico, in cui per ogni buy-in ben 111.111€ verranno destinati all'associazione "One Drop", onlus che si propone di fornire acqua potabile alle popolazioni del terzo e quarto mondo che ne sono sprovviste (ad oggi oltre 1 miliardo di persone non vi hanno accesso, ndr).
Alcuni giocatori si sono detti entusiasti dell'idea, altri hanno espresso qualche perplessità. Anche a livello di impatto sull'opinione pubblica, un torneo da un milione di dollari in un momento di crisi economica mondiale non è forse il migliore degli spot per avvicinare ulteriormente il poker alle masse, ma raramente la verità è solo bianca o solo nera. Se infatti da un lato un torneo di questo tipo attira facilmente la definizione di "schiaffo alla miseria", dall'altro lato questo schiaffo andrà a dare un aiuto concreto (e una conseguente enorme visibilità mediatica) su una delle tante possibili forme di lotta alla miseria medesima.
Cap o non cap?
Se si raggiungerà il cap, previsto in 48 giocatori, almeno 5,33 milioni andranno pertanto in beneficenza; diciamo "almeno" perchè non è da escludere che fra i giocatori capaci di andare a premio ci siano poi ulteriori donazioni spontanee.
Ma a questo punto la domanda è: si raggiungerà il cap? Fino a qualche settimana fa lo si dava per scontato, avendo toccato rapidamente i 40 giocatori prenotati, ma le ultime voci che arrivano da Las Vegas mettono in dubbio quella che sembrava una certezza acquisita.
I satelliti "win a share" di Guy Lalibertè
Pare che il miliardario Guy Lalibertè, fondatore del Cirque Du Soleil nonchè presidente di One Drop e ideatore di questo torneo senza precedenti, stia contattando molti amici e conoscenti poker pro ed appassionati, per invitarli a degli esclusivi super-satelliti che sta organizzando presso la sua villa privata al MGM Grand.
La formula di questi satelliti sarà quella di una sorta di sit'n'go turbo winner takes all: 8 giocatori per tavolo e buy-in di 125.000$. La particolarità è data dal fatto che tutti i partecipanti avranno una quota del vincitore, con questa suddivisione:
- 1° classificato: avrà una quota del 30% e giocherà il Big One For One Drop
- 2° classificato: avrà una quota del 20%
- 3° classificato: avrà una quota del 14%
- 4° classificato: avrà una quota del 10%
- 5° classificato: avrà una quota del 8%
- 6° classificato: avrà una quota del 7%
- 7° classificato: avrà una quota del 6%
- 8° classificato: avrà una quota del 5%
L'idea del dare a tutti i partecipanti una share del vincitore è di certo originale, anche se non proprio la soluzione più conveniente che sia mai stata concepita: i partecipanti verseranno un buy-in pari al 12,5% del costo del torneo obiettivo, ma 5 di essi otterranno una quota inferiore a quella spesa. Se poi ti va di lusso, parteciperai al torneo per una quota superiore appena del 17,2% a quella che hai già corrisposto, ma in cambio giocherai in prima persona uno di quegli eventi in cui davvero varrà la pena dire "io c'ero".
Big One For One... Flop?
Al di là delle opinioni riguardo alla formula, questa iniziativa instilla il dubbio che Lalibertè tema di non fare quel tutto esaurito che - anche simbolicamente - sarebbe essenziale per la piena riuscita del Big One For One Drop: oltre a raccogliere direttamente fondi, l'evento si propone infatti di divenire il lancio mondiale della campagna umanitaria chiamata "All In For One Drop". Un lancio che vuole fortemente essere in grande stile, per non associare l'ambizioso progetto a un qualcosa che da Big One si trasformi in One Flop...
Il fatto che Guy stia invitando i suoi amici a spargere la voce potrebbe essere una ulteriore conferma di questo timore, come potrebbe al contrario trattarsi solo della voglia di un gran cerimoniere, come è il miliardario franco-canadese, di fare le cose in grande coinvolgendo più persone possibile.
A tal proposito, come attrattiva per il suoi super-satellite esclusivi, Lalibertè avrebbe anche convinto a parteciparvi campioni del calibro di Bertrand "ElkY" Grospellier, Erik Seidel e Jonathan Duhamel (nella foto sopra con lo stesso Lalibertè), i quali peraltro hanno tutti già confermato la loro adesione per il torneo principale.
Alla fine i record mondiali sono pressochè certi, a partire da quello del buy-in fino al montepremi e al primo premio più ricchi che si siano mai visti. Come nel suo Cirque Du Soleil, Guy Lalibertè vuole però stupire fino in fondo, sempre e comunque. Ce la farà anche stavolta? Lo scopriremo fra una settimana!