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WSOP Story: quando PokerStars spese 730.000$ solo per le borse regalo

Continua il nostro viaggio nell’affascinante storia delle World Series of Poker. Facciamo un passo indietro, a 10 anni fa,  con l’edizione del 2006 che ha segnato anche una svolta per il marketing del settore con PokerStars già al tempo protagonista. Negli Stati Uniti eravamo nel pieno del boom del poker online e le rooms si contendevano – a suon di milioni di investimento – nuovi giocatori.

PartyPoker era il primo sito (ancora per pochi mesi poi si sarebbe ritirato per problemi legali) ma PokerStars dimostrava già al tempo di essere molto avanti in fatto di marketing. Iniziava ad essere un brand molto conosciuto e prestigioso, visto che gli ultimi tre campioni del mondo (da Moneymaker in poi, nel triennio 2003-2005) si erano presentati al final table con una patch di Stars.

L’ex marketing manager della room, Dan Goldman, sul suo blog ha raccontato che PokerStars, proprio in occasione delle WSOP 2006 “spese più di 730.000$ per regalare le borse brandizzate ai suoi giocatori qualificati online, con una maglietta da hockey o baseball (con l’ambito marchio) ed altri gadget. Ogni sacca è costata a Stars oltre 450$”.

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In una foto del 2006, i gadget contenuti nella sacca regalata da PokerStars

Proprio al Main Event si qualificarono sulla room dell’Isola di Man 1624 giocatori, come rivelato dallo stesso Goldman: “Noi avevamo una presenza mostrosa di players ma non eravamo i soli. PartyPoker, UltimateBet e Full Tilt Poker, insieme a noi, avevano qualificato il 40% del field. Il contributo delle rooms online è stato di 32 milioni di dollari al montepremi finale”.

Da questi numeri si può capire quando il mercato americano fosse il polmone vitale per lo sviluppo e la promozione del poker online nel mondo: l’entrata in vigore dell’UIGEA (2006) e il Black Friday (2011) hanno senza dubbio decretato la fine degli investimenti nel poker. Ad eccezione di PokerStars, poche altre società hanno continuato a spendere cifre da capogiro nel marketing e questo ha frenato senza dubbio il ricambio generazionale dei players.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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