La storia che andiamo a raccontarvi oggi riguarda una vicenda pazzesca accaduta qualche anno fa, in Cina, dove i prigionieri del campo di lavoro di Jixi venivano costretti ai lavori forzati di giorno, per poi vestire i panni dei gold farmer la notte. A spiegare la follia che avveniva nella provincia di Heilongjiang è stato proprio uno degli ex detenuti, Liu Dali - che oggi ha cambiato nome.
Del gold farming vi abbiamo parlato qualche giorno fa (cliccate QUI per l'articolo completo): persone, i gold farmer appunto, che 'grindano' letteralmente i Massively Multiplayer Online (MMO) per poi vendere la valuta in-game accumulata in cambio di soldi veri.
Ma al campo di lavoro di Jixi succedeva di più, e di peggio. Liu Dali, e come lui tanti altri detenuti, di giorno spaccava pietre e scavava trincee nelle miniere di carbone del nord-est della Cina; di notte, uccideva demoni, battagliava con i goblin e lanciava incantesimi nel suo doppio ruolo di detenuto/gold farmer.
"I boss della prigione facevano più soldi costringendo i detenuti a fare i gold farmer che i lavori manuali", raccontava Liu al Guardian nel 2011. "C'erano 300 prigionieri costretti a fare i gold farmer. Lavoravamo su turni di 12 ore: so che guadagnavano dai 500 ai 600 euro al giorno, ma noi non vedevamo un centesimo. I computer non venivano mai spenti".
Liu, oltre a spaccarsi la schiena lavorando duramente in miniera, intagliava bacchette e stuzzicadenti da assi di legno e assemblava coprisedile per auto, che la prigione poi esportava in Corea del Sud e Giappone. Inoltre, gli venivano fatti imparare a memoria pezzi di letteratura comunista, per ripagare il suo debito con la società.
E che debito - per modo di dire: l'ex guardia carceraria (ebbene sì, era questo il suo lavoro) fu condannato a tre anni di prigione, nel 2004, per aver denunciato illegalmente di corruzione il governo centrale della sua città.
Ma più di tutto era l'obbligo di vestire i panni del gold farmer la parte più surreale della sua detenzione: "Se non completavo la mia quota di lavoro, mi punivano fisicamente. Mi facevano rimanere in piedi con le braccia sollevate, poi una volta tornato in dormitorio mi picchiavano con tubi di plastica. Continuavamo a giocare finché non vedevamo quasi più niente".
Negli ultimi anni la Cina, e tanti altri paesi, hanno fatto dei passi avanti contro il gold farming illegale, ma nel 2009 Liu dichiarava: "Molte prigioni del nord-est della Cina costringevano i detenuti a fare i gold farmer. Io credo che questo stia succedendo ancora".