Negli ultimi giorni sta facendo discutere un caso molto particolare accaduto nel day 2 del primo evento dell'Aussie Millions 2016. Katrina Sheary, donna in avanzato stato di gravidanza, si era seduta per giocare questo torneo da 1.150$, chiudendo il suo "flight" di day 1 a circa 38mila fiches. Vista la struttura del torneo (la stessa usata al WSOPE "Oktoberfest" e che verrà adottata dal WSOP Colossus nel maggio prossimo) la giocatrice era già a premio, come tutti gli altri qualificati al day 2 provenienti dai rimanenti day 1.
Accade però che nella notte che precedeva il day 2 Katrina è entrata in travaglio e ha dato alla luce un bambino. Quindi, allo start del torneo, l'organizzazione ha dato la bella notizia, annunciando che sarebbe stata adottata un'eccezione: al day 2, al posto di Katrina, si sarebbe seduto il marito Peter.
Si tratta di una eccezione prevista dal regolamento del Crown Casinò di Melbourne, e che vedete nell'immagine sottostante:
Letteralmente, "A discrezione del TD, un partecipante al torneo può trasferire la sua entry a un'altra persona, posto che quest'ultima sia autorizzata a parteciparvi in osservanza della clausola 2,2 e che non abbia già partecipato a sua volta allo stesso torneo.
"Nel momento in cui un sostituto viene nominato, l'ingresso (in questo caso lo stack accumulato, ndr) viene trasferito al sostituto che agirà per conto del titolare dello stesso, iniziando o continuando il gioco al posto del titolare, e usando ogni gettone da torneo ricevuto in dotazione o accumulato in precedenza dal titolare".
Per la cronaca il marito si è disimpegnato egregiamente, concludendo la sua improvvisata con un 25° posto (su 125 qualificati al day 2) per un premio da 6.495$.
Il dibattito che si è scatenato è notevole, ma se da un lato è comprensibile dall'altro non lo è affatto. Si sentono avvisaglie di pericolo per le situazioni potenzialmente scabrose che un precedente del genere potrebbe autorizzare: in parole povere, si mette in guardia contro il pericolo che io possa improvvisamente fingere di star male e fare sedere Mustapha Kanit al mio posto al day 2, day 3 o quando si giocano le posizioni che contano. Tutto questo, a mio modo di vedere, è semplicemente ridicolo perchè non tiene conto della assoluta unicità della situazione e di quelle cinque paroline con cui inizia la regola citata: "A discrezione del Tournament Director".
Liv Boeree ha aggiunto benzina sul fuoco, ipotizzando una terza soluzione: corrispondere alla donna il premio spettantele secondo ICM, magari con una percentuale inferiore per via dell'incasso prematuro. Alcuni si sono trovati d'accordo con lei, altri per nulla.
Interesting situation during the Aussie Millions tournament where a female player goes into labour fairly deep in the...
Posted by Liv Boeree on Martedì 19 gennaio 2016
C'è chi, come Eric "E-Fro" Frohelich, si chiede quale marito si metterebbe a giocare un torneo di poker mentre la moglie sta dando alla luce il loro figlio. Di avviso simile l'ex pro di Full Tilt Matt Vengrin, che si chiede come si faccia a pensare di giocare un torneo live mentre si è in gravidanza avanzata. Charlie Carrel si mostra più morbido: "Non giocare non è necessariamente la soluzione migliore. Non conosciamo la loro situazione economica, per cui magari sedersi e giocare poteva essere la scelta migliore per il bambino."
La più drastica di tutti è però Evelyn NG, che fra il serio e il faceto afferma: "entrambi hanno completamente perso di vista le priorità. Avrebbero dovuto farli morire di bui e chiamare i servizi sociali!"
E a proposito di battute, favolosa quella di Perry Friedman: "Avrebbero dovuto consentire l'accesso al bambino nell'area di gioco, dal momento che era stato presente al torneo fin dall'inizio. In alternativa, la madre dovrebbe essere squalificata per violazione della regola "una mano per ogni giocatore""....
Battute a parte, c'è un punto che nessuno ha sottolineato e che solo la Boeree ha colto: la decisione presa è qualcosa di UNICO così come sostanzialmente unica (o quantomeno inedita) è la situazione che si è presentata davanti agli occhi del TD. Inoltre, l'annuncio della dirigenza del Crown Casinò ha anche una potenziale valenza mediatica da non sottovalutare, per un gioco ed un ambiente che vogliono da anni dare un'immagine pulita di sè: "Sarebbe il caso di prendere in considerazione l'impatto che questa decisione potrebbe avere sull'immagine del poker. Storie come questa potrebbero far bene all'opinione del pubblico generalista sul poker, e si può presumere che una cosa del genere possa attirare nuovi giocatori o allontanarli, se si desse un'impressione di insensibilità", dice Liv Boeree.

Parole più che condivisibili, anche se ovviamente la scelta più ragionevole sarebbe stata quella di far morire di bui lo stack della Sheary. D'altra parte, improvvisi e gravi problemi di salute non mancano, nella storia di questo gioco. Qualche anno fa "Miami" John Cernuto ebbe un attacco di cuore e dovette abbandonare un torneo WSOP di Razz in corso di svolgimento. E che dire del celeberrimo caso di Stu Ungar, che non potè presentarsi al day 3 per via di un'overdose, ma lo stack accumulato gli consentì di arrivare al tavolo finale e chiudere al 9° posto?
Sono casi limite, come è un caso ancora più borderline e praticamente unico quello capitato all'Aussie Millions, che la dirigenza ha abilmente trasformato in una occasione per attuare una campagna di marketing inattesa, a basso costo e decisamente efficace.