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Pokémon Go è una perdita di tempo? Dicevano lo stesso del poker online...

Da quanti anni, ogni tanto, vi tocca fronteggiare le domande di tutti quelli - benpensanti o meno - che vi guardano con circospezione per il fatto di guadagnare e magari mantenersi grazie ad un gioco di carte? Quante volte vi siete sentiti degli alieni per il fatto di parlare un gergo - il pokerese - assolutamente oscuro per il 95% della popolazione? Bene, da oggi potete rilassarvi perchè è arrivato qualcosa che ha spostato in avanti l'asticella, qualcosa che farà sì che appaiate più "normali": è arrivato Pokémon Go.

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Non mi interessa (e non ne avrei tutte le competenze) fare un'approfondita analisi del fenomeno, per la quale probabilmente sarà il caso di aspettare qualche mese. Non mi lascerò neanche tentare dal già abbondantissimo umorismo che circonda questa autentica febbre, perchè ridere di "perdigiorno che inseguono mostriciattoli invece di andare a f***" sarebbe fin troppo semplice e sposterebbe il focus da ciò che in realtà mi incuriosisce: le potenzialità economiche del fenomeno e le (per me) inattese somiglianze con il primo boom del poker online.

Mentre la stampa è morbosamente attratta dagli inevitabili idioti che fanno incidenti con l'automobile mentre vanno a caccia di Kakuna, o da mamme da TSO che rischiano la vita del figlio neonato mentre sono impegnate a inseguire Rattata, mentre fioccano i filmati virali sugli eserciti di presunti decerebrati che affollano Central Park (video sotto) vagando come dei cercatori d'oro sotto effetto di Meth, è interessante pensare ai numeri che questa industria genera, a quelli che potrebbe generare e a chi ci guadagna. Ovvero pochissimi, proprio come nel poker.

[youtube]https://youtu.be/MLdWbwQJWI0[/youtube]

Già l'indotto "diretto" del fenomeno-Pokémon Go è pazzesco: in borsa Nintendo viaggia con guadagni percentuali in doppia cifra da giorni, ha polverizzato il record di azioni scambiate in un singolo giorno e in poco tempo ha ottenuto uno storico risultato, inseguito per lustri: superare la storica rivale Sony.

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Ma a gongolare non sono solo Nintendo e Niantic (la società sviluppatrice del gioco, partecipata per un 30% dalla stessa Nintendo). Ad esempio, si calcola che - nel solo primo anno di lancio del gioco - Apple potrebbe toccare i 3 miliardi di dollari di guadagno in revenue share, solo dagli acquisti in-app effettuati dagli utenti di Pokémon Go.
Uno studio condotto da Laura Martin, senior analyst di Needham & Company, mette a paragone le potenzialità della nuova mania collettiva con uno dei giochi di maggior successo dell'era mobile: Candy Crush Saga. Tra il 2013 e il 2014 il popolare gioco creato dall'italiano Riccardo Zacconi incassò qualcosa come 10 miliardi di dollari, con un tasso di conversione (ovvero la percentuale di utenti paganti sul totale degli utenti) del 2%. Considerate che il tasso di conversione di Pokémon Go è circa del 20%, che i download sono già oltre 10 volte quelli di Candy Crush Saga e che nei soli USA il tasso di penetrazione del nuovo gioco Nintendo basato sull'augmented reality è del 6%, ma potrebbe arrivare al 20 in fase di maturità.

Tuttavia, questo discorso potrebbe valere per qualsiasi app o videogame di successo, mentre qui siano su un altro piano: un piano "aumentato". La tecnologia della "augmented reality" non è solo è l'elemento maggiormente responsabile per lo scoppio di questa mania collettiva, ma anche portatore di nuove e inesplorate potenzialità sul campo del local marketing.

A Charleston (Virginia - USA) si cercano Pokémon anche fra cetrioli e cavolfiori, al mercato ortofrutticolo
A Charleston (Virginia - USA) si cercano Pokémon anche fra cetrioli e cavolfiori, al mercato ortofrutticolo

Le attività commerciali - in particolare bar, ristoranti e affini - possono aumentare i propri fatturati in maniera inimmaginabile, grazie a questo giochino. Il segreto è far sì che il proprio locale sia un obiettivo "di caccia". C'è chi ha fatto le cose in grande come McDonald's, che in Giappone ha stretto una partnership con Nintendo facendo sì che tutti i ristoranti nipponici appartenenti alla famosa catena di fast food siano luoghi-chiave per la cattura dei mostriciattoli.

"Venghino siori venghino!"
"Venghino siori venghino!"

Ma non c'è bisogno di essere McDonald's: ognuno può acquistare dalla stessa app di Pokémon Go uno o più "moduli esca", creati per attirare i pokémon e di conseguenza chi gli dà la caccia. Sì, perchè quella folla di invasati con uno smartphone in mano è pur sempre anche una folla di consumatori, quindi il segreto è quello di creare menu od offerte speciali per cacciatori di pokémon e il gioco è fatto.

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Ad esempio, il proprietario di un ristorante messicano chiamato "Cocina 214" che si trova vicino Orlando (Florida) ha scoperto che il proprio locale corrispondeva con un Pokéstop, ovvero uno dei punti in cui i giocatori possono trovare strumenti utili come le pokeball ma anche moduli esca, rivitalizzanti per curare le ferite post combattimento e così via. Ecco allora come l'imprenditore ha sfruttato la situazione

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Menu speciali, cocktail per l'occasione: sono alcuni dei modi con cui bar e ristoranti possono far soldi con Pokemon Go

Come detto, però, davvero chiunque può trasformare il proprio locale, se non in un Pokéstop, almeno in un irresistibile punto di attrazione "pokéturistica": basta acquistare una o più esche, ognuna delle quali ha una durata di 30 minuti. Una modalità di marketing estremamente "customizzata", che rischia di fare impallidire le Facebook ads per convenienza. Considerando che un modulo da 8 esche costa 680 Pokecoins, e che per 100€ si può acquistare un pacchetto da 14500 Pokecoins, ne deriva che si potrebbero acquistare 21 pacchi da 8 esche ciascuno, coprendo un totale di 84 ore. Di fatto, per un costo orario ridicolo (1,19€/ora) si può avere la garanzia di avere una forte attrazione di giocatori nel proprio locale per ben 84 ore, ovvero 3 giorni e mezzo effettivi!

Oltre a questo ci sono infiniti altri sistemi con cui qualcuno sta riuscendo a far soldi con Pokémon Go. Ad esempio è già attivo e abbastanza fiorente il mercato dei coach: in pratica, giocatori con un certo grado di "comprovata" abilità si offrono di catturare Pokémon per conto terzi, a tariffe più o meno di 15€ all'ora. Che poi ci sia gente talmente bacata da pagare qualcuno perchè catturi mostriciattoli virtuali al suo posto, certo, ci sarebbe da farci una riflessione a parte.

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Ma lo scopo di questo articolo era proprio quello di puntare l'attenzione sull'aspetto economico di questo fenomeno e sul fatto che solo una sparuta minoranza di persone coinvolte nel giochino riesce a guadagnarci dei soldi, dove il resto è solo un nugolo di comparse più o meno paganti.

Situazioni che in qualche modo chi ha vissuto gli albori del poker online ha già vissuto, anche se questa è decisamente un'altra storia.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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