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Perché sostituire le slot con flipper e biliardini è un’idea ridicola

C’è qualcosa di malato, nella diffusione capillare di slot machine nei locali pubblici italiani? Sicuramente. Tuttavia c’è qualcosa – se non di malato – almeno di maledettamente ipocrita nella fregnaccia dell’invito a sostituire le macchinette con flipper e biliardini. Quella che proverò a fare non è un’analisi su base ideologica o politica, ma estremamente pratica.

I PALADINI PER GIOCO

I sedicenti paladini della lotta al gioco problematico, meglio non dimenticarlo, sono quelli che hanno deliberato un aumento dei prelievi sulle vincite delle slot dando un’ulteriore mazzata ai giocatori patologici, le cui tasche verranno svuotate ancora più velocemente rispetto a quanto accada fino a ieri. Sono anche quelli che ripetono come un mantra il teorema secondo il quale i soldi spesi nel gioco vengono sottratti all’economia reale (parzialmente vero) e che disincentivando il gioco – quello legale, beninteso – tali somme verrebbero spese in maniera più “virtuosa” (falso, ma soprattutto totalmente indimostrabile e senza nemmeno l’ombra di evidenza scientifica a supporto, come sostenevo già qui).

VIA LE SLOT, ECCO I FLIPPER: L’ULTIMA FOLLIA

Oggi mi concentro però sulla più ridicola delle menzogne diffuse per pura propaganda, magari nel tentativo di recuperare parte dei non pochi consensi persi negli ultimi mesi. Parlo della proposta, originariamente e genialmente partorita dal Ministro Di Maio, e quindi adottata da tutti i quadri e sostenitori del Movimento 5 stelle, di sostituire le slot machine con i vecchi flipper o i calcio-balilla che (cito letteralmente) “non hanno mai rovinato nessuno”.

Analogamente ad altre proposte formulate in campagna elettorale o quando il M5S era all’opposizione, anche questa funziona molto bene come accalappia-like, ma la domanda è sempre la stessa: è fattibile? Sono andato a curiosare sui dati del settore e a intervistare gestori di bar nella città in cui vivo (Como). Quella che è emersa è una realtà che non potrebbe essere più lontana da quella vagheggiata nel libro dei sogni del M5S.

La tabella che appare sull’ingresso di diversi esercizi

“ECCO PERCHÉ HO TOLTO LE SLOT DAL MIO LOCALE”

“Le slot? Ne avevo due ma le ho tolte da qualche anno”, afferma il gestore di un noto bar in centro città. Le motivazioni sono più che nobili, così come le conseguenze di tale gesto. “Mi dava fastidio sia vedere il moltiplicarsi di “brutta gente” nel mio locale, sia vedere qualche amico o conoscente rovinarsi. Mi sentivo in qualche modo responsabile quindi decisi di dire basta, e pazienza se per questo ho dovuto rinunciare a qualche vacanza”.

Di che ordine di cifre parliamo? “Io non le ho mai spinte molto, ma sicuramente ogni singola slot ti può portare un guadagno mensile pulito di almeno 500€”. Su base annua si tratta dunque di cifre considerevoli, a cui certo non è facile rinunciare.

La proposta lanciata dal Ministro Di Maio su Facebook

“FLIPPER E BILIARDINI? PER PERDERE CLIENTI”

Quando gli parlo dell’ipotesi di sostituirle con un flipper o un biliardino, nel mio amico scatta una sonora risata: “Sì li metterò senz’altro, così il casino che fanno mi farà perdere metà dei miei clienti”.

A ben vedere, l’amara ironia di questo gestore è più che motivata. Installare apparecchi di svago come quelli proposti dai 5 stelle non è solo “astrattamente” superato, ma anche praticamente poco adattabile alla grande maggioranza dei locali. Vuoi per mancanza di spazio, vuoi per tipologia di locale o di clientela, avere un flipper dentro un bar può essere un elemento che fa figo e “oldie” per un momento, ma nel medio-lungo termine rischia di essere inutile o persino dannoso.

I FLIPPER E IL TEMPO PERSO

Vedere i flipper dentro un bar sarebbe un po’ come tornare indietro nel tempo, a quando eravamo bambini o ragazzi noi. C’è pure una nicchia che non ha mai smesso di giocarci, ai flipper. E vi dirò di più: è un gioco di abilità, con tanto di tornei, campionati italiani, del mondo e così via. Tuttavia, nella visione del mondo da “pseudo-stato etico” propugnata da Di Maio e i 5 stelle, anche quello trascorso a giocare a flipper può diventare un modo per sottrarre tempo ad attività più utili per costruire il proprio futuro. Gli stessi flipper, tra l’altro, erano stati fatti oggetto di un simile genere di accuse parecchi decenni prima.

Negli anni ’40, il sindaco di New York Fiorello La Guardia li rese addirittura fuorilegge, nella convinzione che fossero uno strumento della mafia per rubare soldi e tempo ai ragazzi. Quindi, La Guardia ordinò la distruzione di tutti gli apparecchi sequestrati. Le parti metalliche vennero donate all’esercito per farne delle armi nella guerra contro i nazisti, il resto venne buttato nel fiume Hudson. Ma solo perché Greenpeace ancora non esisteva (faccina ironica a piacere).

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La distruzione di un flipper a New York. I “pinball” rimasero proibiti, nella Grande Mela, fino agli anni ’70.

GIOCHI DI SOCIETA’ E TOTEM-QUIZ: LE ALTERNATIVE

I gestori dei bar sono da sempre alla caccia di strumenti di intrattenimento, per offrire ai propri clienti motivi di svago e indurli a passare più tempo nel loro locale – e magari consumare in proporzione. Negli anni ’70 e ’80 c’erano flipper, biliardini e quindi videogame. A inizio degli anni ’90 prese piede una tendenza: dotarsi di giochi di società, in modo da attirare comitive di amici che vi si trattenessero per qualche ora. Tuttavia tale tendenza non durò, forse perché il profilo del giocatore di Trivial Pursuit non è questo gran consumatore, forse perché le mode stancano. Più verosimilmente, perché il tempo medio che l’avventore-giocatore trascorreva dentro al locale, non si traduceva in un aumento dei consumi.

Sempre in quegli anni, facevano capolino i primi totem con quiz elettronici, che imitavano quelli televisivi. Nulla in palio, se non la voglia di fare il punteggio più alto. Anche questa moda è però poi svanita. Diversamente dai giochi di società (ma analogamente ai flipper, ad esempio), una delle ragioni del suo declino è stata sicuramente quella dei costi in termini di energia elettrica, che apparecchi come questi comportavano.

Una partita a Taboo, tra le alternative al flipper

LE SLOT, I BAR E L’INGORGO DI SISTEMA

Torniamo a noi e al mondo dei bar italiani di oggi. Anche chi non ne ha mai avuto uno in gestione sa che un bar non funziona da sé. Ce ne sono alcuni situati in posizioni strategiche che garantiscono un afflusso minimo notevole, altri che questo afflusso se lo devono in qualche modo costruire. Inoltre la netta maggioranza dei bar è in affitto, quindi a un locale più grande corrisponde necessariamente un fitto più alto. C’è quindi anche un discorso di costo orario per metro quadro, di cui ogni gestore deve tenere conto. Si può dunque accogliere con ammirazione chi decide di rinunciare al guadagno “sporco” (virgolette d’obbligo, visto che si tratta di attività perfettamente legali) delle slot, ma l’idea di sostituirle con apparecchi antistorici e antieconomici è ridicola.

E a proposito dei proventi da gioco, a cui andrebbero aggiunti anche quelli provenienti dai gratta&vinci, c’è un ulteriore argomento che non si può far finta di non vedere. Come detto prima ci sono bar che funzionano “da soli”, con una base di clientela solida e/o numerosa. Per tutti gli altri è una lotta ad arrivare a fine mese. Ci sono gestori che con i profitti derivanti dalle slot pagano i fornitori che forniscono loro il caffè e le altre materie prime. Senza quell’introito una parte di questi gestori sarebbe in grossa difficoltà.

Questo non è ovviamente un argomento a favore del mantenimento delle slot (e chi scrive è da sempre a favore di un gioco fuori dai locali pubblici non dedicati ad esso), ma il segnale di un ingorgo di sistema. L’imponibile per chi gestisce un locale come un bar in teoria dovrebbe essere sotto il 40%, di fatto è più alto e anche l’accesso al credito è sensibilmente più difficoltoso rispetto ad anni fa.

VIA LE SLOT? OK, MA PREPARATEVI A QUESTO

La volete la verità nuda e cruda? Senza le slot, una buona fetta di bar chiuderebbe dopo un mese. Ciò significa altri posti di lavoro persi, oltre che altri potenziali vittime di disperazione. Quella disperazione che, poi, ti può indurre a identificare in una slot machine la soluzione dei tuoi problemi.

Dunque, invece di fare annunci demagogici e senza alcun aggancio alla realtà come quello di sostituire le slot machine con i flipper, dovreste iniziare a fare qualcosa per abbassare le tasse sul lavoro, in modo che i gestori di un bar non siano costretti ad abbassare la saracinesca per via di un paio di mesi andati male.

Ah, dite che per farlo servono soldi? Vabbé, per quello c’è sempre l’aumento della tassazione sul gioco, deus-ex-machina di tutte le propagande anti-gambling. Quelle che vogliono più soldi dallo stesso settore che cercano di distruggere.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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