“Conosco bene il valore del denaro, per questo sono l'unico player che non è mai andato broke!”... parola di Antonio “The Magician” Esfandiari, il Pro di Victory Poker protagonista della copertina di Bluff Europe di febbraio. Nella lunga intervista rilasciata al magazine inglese, Antonio si racconta. A dicembre ha primeggiato nel WPT Five Diamonds Poker Classic, ma era digiuno di una vittoria importante da sette anni, quando da perfetto sconosciuto arrivò a vincere 1.400.000$ al WPT di Los Angeles nel 2004.
“Cose d'altri tempi, anche se erano gli anni del boom del poker, i giocatori forti erano pochi. Oggi sarebbe impensabile salire alla ribalta del poker solo per aver vinto un titolo WPT. Quando successe a me 7 anni fa, diventai subito una star. Ma in questi ultimi anni il livello di skill è cresciuto tantissimo, basta guardarsi intorno: è pieno di piccoli geni che hanno giocato milioni di mani nell'online e sono preparatissimi, sanno esattamente quello che fanno. Per diventare dei nomi al giorno d'oggi o sei un “durrrr”, un “jungleman12” oppure vinci il Main Event WSOP. Non c'è alternativa!”
Antonio Esfandiari proviene da una famiglia umile e conosce il valore del denaro: “Vedo che molti ragazzi oggi riescono a guadagnare davvero tanti soldi col poker, ma con la stessa facilità finiscono per perderli. Non si rendono conto di quanto sono fortunati, io vengo da una scuola diversa. Conosco l'importanza del denaro e so cosa significa non averne. Ho iniziato a giocare a poker con zero bankroll e sono arrivato fino a 7mila dollari. Ero davvero agli inizi, così li ho persi tutti col poker. Ma non significa che sono andato broke, in realtà io avevo ancora il mio lavoro, mica contavo su quei 7mila dollari per vivere! Però, dal giorno in cui decisi di mollare tutto e vivere di poker, non sono mai più andato in rosso, e non so se c'è qualcun altro che può affermare una cosa simile.“
Probabilmente sono davvero in pochi a poterlo dire, così come sono pochi i player che sopporterebbero stoicamente 7 anni di bad run in carriera. “E' stata dura – dice Antonio – ma l'ho accettato, in fondo è questione di matematica: quando ci sono 400 player e il vincitore è solo uno, ci sono solo X vincitori all'anno. Per esempio, negli ultimi 7 anni ci sono stati 70 WPT, i vincitori dunque sono solo 70, così a rigor di logica dovrei vincerne uno ogni 400. Sì è vero, fa schifo aspettare così tanto per vincerne un altro, ma funziona così!... Naturalmente ci sono state occasioni in cui ci sono arrivato davvero vicino e ho avuto solo sfortuna, ma questo è il poker e di sicuro non voglio lamentarmi e annoiarvi con le mie bad beat ”.
Antonio Esfandiari è famoso anche per la sua movimentata vita notturna. “Si vive una volta sola e si è giovani una volta sola. Sono stato fortunato a vivere i miei 20 anni a Las Vegas e avere l'indipendenza economica per fare tutto quello che volevo... Oggi sono molto più maturo, ho 32 anni e il mio fisico non sopporta più di far festa 4 sere a settimana, devo trovarmi una moglie!”
Tra i migliori amici del “Magician” troviamo Andrew Robl e Phil Laak: “Quando ho giocato heads-up contro Andrew, la dinamica del mio gioco non è certo cambiata... volevo distruggerlo. Siamo amici ma siamo anche molto competitivi, ci mettiamo a dura prova più che contro chiunque altro. Di certo non sarei stato male se l'avessi battuto... quando giochi heads-up per un titolo WPT devi tirar fuori le palle e far male all'avversario. Come con Phil Laak, siamo davvero molto vicini, ma l'obiettivo di ciascuno di noi è di mandare broke l'altro!
Alla domanda di rito sui consigli da dare ai giovani player, Antonio si raccomanda sulla gestione del bankroll: “Se andate broke significa che avete perso il lavoro e per voi è finita. Occorre disciplina: giocate al vostro meglio e non andate in tilt” . Sarà banale ma è senz'altro un saggio consiglio!