Dopo aver superato per otto volte consecutive il Day 1 degli ultimi tornei giocati, Daniel Negreanu è poi stato eliminato in 7 occasioni nella giornata successiva ottenendo un unico piazzamento “in the money”. Comprensibile quindi lo sfogo dal suo blog personale, dove la speranza è che le cose vadano meglio al NAPT Mohegan Sun.
“Nel Main Event del PokerStars Caribbean Adventure sono uscito 235esimo con 225 giocatori a premio. Nell’High Roller da 25.000$ ho chiuso il Day 1 abbastanza bene ma poi ho fatto un disastro al Day 2.
Alla tappa WPT di Biloxi sono stato eliminato ad un passo dalla zona premi. Al NAPT Venetian ero ancora una volta partito bene ma non sono riuscito ad arrivare “in the money”. Ho preso qualcosa al Los Angeles Poker Classic, ma ci sono rimasto molto male per come ho giocato. Infine ho finito “busted” anche al WPT Bay 101 e all’EPT Snowfest in Austria.
Ricapitolando: finora su 7 eventi ho fatto 7 Day 2 ed un solo piazzamento a premi. Stavo per fare la stessa fine anche al NAPT Mohegan Sun: un giocatore ha rilanciato di 2.000, un altro ha fatto 6.000 ed io con A-K dal bottone e con 14.900 di stack sono andato all-in. Mi hanno chiamato con J-J mentre altri due hanno foldato A-Q. Nessun aiuto dal flop 9-8-3, mentre un 5 di cuori al turn mi aveva aperto anche la possibilità di fare colore visto che ce n’erano già tre a terra ed io avevo il K dello stesso seme. A proposito di K, proprio uno di questi è poi arrivato sul river e con il double-up sono poi riuscito a chiudere la giornata con qualcosa in più dello stack di partenza. I bui domani saranno 500/1000 con ante di 100, ed io potrò contare su 33.600 chips.
Finita la mano mi sono comunque reso conto di aver fatto male a pushare A-K. Ho avuto molto fortuna. Sapevo infatti che il ragazzo che aveva rilanciato a 6.000 non l’avrebbe mai fatto senza una mano legittima. Perciò o aveva una coppia oppure anch’egli A-K, e quindi era un brutto spot per gamblerare. Mi sono fatto prendere dall’idea di essere short-stack, quando invece lì dovevo foldare. Non ho fatto una giocata terribile, ma passare era sicuramente la mossa migliore.
Ho giocato piuttosto bene nei tornei, quest’anno, ma ho sicuramente fatto degli errori. Di solito li pago cari, ma questa volta sono stato fortunato e non me ne vergogno. L’average è a quota 46.000, ma con i miei 33.600 ho ancora tempo per giocare tranquillo.
Apro una parentesi: il Mohegan Sun è nettamente migliore del Foxwoods. Il casinò è davvero carino. L’unica nota stonata è che c’è un regola che credo valga soltanto qui nel Connecticut. In pratica posso alzarmi e mandare sms ma non posso farlo direttamente dal tavolo. Che cosa stupida ed arcaica! Per mandare un messaggio bisogna fare come quando a scuola c’erano quelli che segnalavano quando stava arrivando la maestra. Ecco, lo stesso succede qui con i floormen. Non ci credo che ne abbiano assunto qualcuno in più proprio per controllare che i giocatori non trasgrediscano alla regola. E poi, come fanno a dimostrare che uno stava davvero scrivendo un sms?
Bah! Comunque ho appena finito di leggere il libro di Al Alvarez “Biggest Game in Town”. Mi è piaciuto molto, perchè descrive davvero bene l’atmosfera delle World Series of Poker di qualche tempo fa.“