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Doyle Brunson Blog: nessun 'in the money' alle WSOP

Scarsi risultati, nell’edizione 2010 delle World Series of Poker, per la leggenda del poker Doyle Brunson. Poco male, comunque, perchè l’intenzione è quella di tornare a giocare dopo aver recuperato la giusta concentrazione.

“Dopo aver giocato 5 eventi alle World Series of Poker non sono andato ancora una volta a premio. Ieri ho espresso il peggior poker della mia vita nel torneo di Omaha Hi/Lo. In realtà non avevo troppo interesse a far bene, per cui ho giocato come un novellino. L’unica consolazione è che ho terminato nei primi 30 in tre tornei su cinque. Penso che mi prenderò una pausa di qualche giorno per riacquistare un po’ di concentrazione. Non è affatto facile vincere se non si è pienamente focalizzati sull’obiettivo.

Ho visto alcuni uomini partecipare all’evento per solo donne. Credo che debbano essere esclusi da tutta la manifestazione. Ok, i responsabili delle WSOP li hanno fatti iscrivere, ma non si vergognano ad aver preso parte al torneo riservato unicamente alle giocatrici?

Congratulazioni a Phil Laak per aver superato il precedente record per la sessione di gioco più lunga mai registrata finora. Phil ha fatto 115 ore al tavolo senza alcuni tipo di farmaco o droga e senza neanche la caffeina. Senza nulla togliere a questa sua ottima prestazione, quando avevo 25 anni rimasi a giocare per 5 giorni di fila, notte e giorno. Però mi ero bevuto tonnellate di caffè.

Inoltre ho visto due vecchi cowboy del poker come Jhonny Moss e Paul Harvey stare al tavolo da un lunedì mattina fino al venerdì notte, riposarsi sabato e domenica, e ricominciare ancora fino al venerdì successivo. Pure loro si scolarono ettolitri di caffè, perciò l’impresa di Phil è davvero considerevole.

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E’ stato scritto molto sulla “faida” tra me ed Annette Obrestad. Credo comunque che il suo pensiero circa il confronto tra giocatori online e la vecchia scuola sia stato decontestualizzato. La mia risposta è stata mal-consigliata ed alquanto inappropriata. Dopo tutti questi anni avrei dovuto capire subito come stavano le cose.

In un altro blog avevo accusato qualcuno di essere ateo, ma voglio precisare che non volevo offendere nessuno: siamo in America ed ognuno può credere a quel che vuole. Quello che non capisco è perchè i non credenti, soprattutto i più giovani, ce l’abbiano con tanta rabbia contro quelli che professano la loro fede. Personalmente mi sono interrogato molto su entrambi gli aspetti, e sono giunto alla conclusione che non riesco ad immaginare che non ci sia un’entità superiore.

C’è stato un fatto che mi ha convinto in proposito: quasi tutti gli scolari credono che le scritture ebraiche siano molto accurate. Nei testi si afferma che tutti i discepoli di Gesù perirono di morte violenta (tranne Paolo). Ognunò di loro cessò di vivere dicendo che Gesù era il figlio di Dio. Questa cosa è davvero impressionante. Adesso non arrabbiatevi con me perchè ci credo, io non lo farò con voi anche se la pensate diversamente.”

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