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Dusty “Leatherass” Schmidt: “Giocare a poker è un business”

Dusty 'Leatherass' Scmidt ha giocato in carriera oltre 7 milioni di maniNe ha fatta una filosofia, la sua vita e perfino un libro: Dusty “Leatherass” Schmidt ha vinto grazie al cash game circa 3 milioni di dollari, affermando con orgoglio di non aver mai registrato un mese in perdita. I suoi impressionanti risultati –  pubblicati su 2+2 –  lo hanno reso popolare ed il suo libro, “Treat your poker like a business”, ha raccolto numerosi consensi.


Molte persone si approcciano al poker nel modo sbagliato – suggerisce Schmidtil vostro obiettivo dovrebbe essere quello di guadagnare quanti più soldi possibili. Quando si è in grado idi pagare un conto o addirittura di comprarsi una casa con i proventi del poker è fantastico, per questo preferisco giocare in modo un po’ più conservativo ma essere sicuro di vincere”.

Contrariamente a quanto si pensa, secondo “Leatherass” è quindi possibile continuare a giocare uno stile tight anche a limiti più alti rimanendo vincenti: “E’ più figo giocare con uno stile loose aggressive – ammette – ma quello per cui tutti giocano è vincere denaro. Giocare tight non è affatto male, permette risultati più costanti ed una varianza minore”.

Com’è possibile, tuttavia, che una persona che abbia vinto così tanto e giochi in modo chiuso – concetto peraltro relativo – risulti vincenti a limiti alti? La risposta sta nel mutlitabling: “Gioco contemporaneamente 12 tavoli adesso, ma sono arrivato ad averne aperti fino a 18. E’ difficile battere un livello in questo modo, e sicuramente questo influenza negativamente alcune mie decisioni, ma per fortuna ho una buona strategia di base”.

Nonostante lui sia una sorta di prototipo del giocatore di successo, Dusty da buon imprenditore di se stesso ci va con i piedi di piombo, sia per quanto riguarda il bankroll management: “Solitamente gioco con 100 buy-in del livello che batto, in questo modo è impossibile finire rotti, che è la cosa peggiore che possa accadere a un giocatore. Meglio essere certi di mettere al sicuro la casa in cui si vive, piuttosto che cercare vincerne due”.

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Infine, Dusty Schmidt risponde a una questione fatidica, ovvero quando sia il caso di fare del poker la propria professione: “Credo che il livello minimo che sia necessario giocare per poter pensare di viverne sia il NL50, ma prima di farlo vorrei vedere le stats su almeno 100.000 mani di un giocatore vincente. Guadagnare 40.000 dollari in un torneo e mandare al diavolo il proprio capo è l’errore che fanno in molti: dopo sei mesi sono tutti tornati a lavorare”.

Una fine, quest’ultima, che certamente non rientra nel probabile futuro di Dusty “Leatherass” Schmidt, ma che certo invita a riflettere quanti stiano considerando l’idea di seguirne le orme.

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