La bagarre della tappa dell’European Poker Tour (EPT) San Remo è già iniziata in netto anticipo rispetto al programma ufficiale. A seguito della decisione di PokerStars – in qualità di organizzatrice del torneo – di vietare ai giocatori sponsorizzati di indossare i loghi delle room non autorizzate dai Monopoli di Stato (cioè prive di licenza italiana), Everest Poker ha risposto in modo forte, con una sorta di boicottaggio: i suoi giocatori non parteciperanno all’evento rivierasco.
Ad annunciarlo il country manager Marco Trucco: “Everest Poker ha deciso di ritirare ufficialmente tutti i giocatori del Team Everest e del Team Live The Dream dall’EPT di Sanremo ad eccezione di Cristiano Blanco e Francesco De Vivo, che sono talmente conosciuti dal circuito, da poter rappresentare la nostra poker room in modo immediato anche senza logo”. Trucco giustifica la scelta con toni polemici verso l’organizzazione: “ La “libertà” concessa ai giocatori di partecipare senza logo è fittizia in quanto i giocatori sponsorizzati, per contratto, devono indossare il logo dell’azienda che li promuove. Impedirgli di farlo equivale ad una sostanziale esclusione. Inoltre, l’EPT di Sanremo perde ogni valore come tappa finale dell’IPT dato che, per scelta dell’organizzatore, viene esclusa una fetta molto qualificata di partecipanti e tale informazione è stata resa nota a poche settimane dal torneo”. Parole avvelenate quelle del Country Manager italiano che però lascia aperta una porta alla diplomazia per salvare il fratello minore – ma non meno importante – evento dell’ Italian Poker Tour: “confido nella saggezza e nella lungimiranza di Claudio e Luca Pagano oltre che nella stima per la nuova responsabile di PokerStars.it, Barbara Beltrami, affinché questa decisione non venga estesa alle prossime tappe dell’IPT”.
Speriamo prevalga il buon senso in questi giorni. Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso per tutto il movimento del poker sportivo. L’oscuramento imposto da PokerStars e la reazione di Everest potrebbe creare una serie di boicottaggi a catena. E’ da tempo che in rete si vocifera di un possibile veto, peraltro mai confermato ufficialmente, da parte di Full Tilt che potrebbe in futuro imporre ai propri giocatori di non partecipare ad eventi non sponsorizzati dalla casa madre o comunque organizzati dalla concorrenza.
L’ oscuramento delle poker room prive di licenza italiana è lo spunto anche per una riflessione da parte di Everest Poker su temi a più ampio respiro riguardo il poker sportivo live: “L’EPT di Sanremo – ha commentato Trucco – era l’evento di punta della stagione pokeristica italiana; un ruolo riconosciuto da tutti. Questa decisione ovviamente ne falsifica ogni risultato e rimarca la natura prettamente promozionale del circuito EPT di PokerStars nel quale i giocatori di altri team sono costantemente discriminati in termini di visibilità. Per un vero campionato europeo di poker si dovrà attendere che emerga un organizzatore neutrale, che non sia una delle squadre in gara. Oggi è come se la Champions League fosse organizzata dal Manchester United e tutte le partite si giocassero all’Old Trafford”.
La legislazione italiana vieta qualsiasi forma di pubblicità diretta ed indiretta per le società prive di licenza rilasciata da AAMS (Monopoli di Stato). Ed anche in altri paesi ci sono stati casi di “oscuramento” riguardanti importanti eventi sportivi. Una similitudine la si può riscontrare per l’EPT di Sanremo. Everest Poker dà una sua interpretazione della legislazione, in particolare per i siti .net: “La motivazione addotta da PokerStars è insussistente. Non esiste infatti alcuna norma positiva, né interpretazione giurisprudenziale consolidata in Italia che vieti agli operatori internazionali di pubblicizzare i loro siti .NET. Tali siti, dove si gioca per denaro virtuale, sono puramente informativi e di intrattenimento e non risultano infatti censurati dall’AAMS. Il divieto di fare indossare loghi .NET è quindi una scelta autonoma, per quanto legittima, di PokerStars in quanto organizzatore dell’evento, ma non è dettata da nessuna norma cogente come invece comunicato”. C’è anche l’aspetto dei players qualificati nei satelliti online su siti internazionali: “Nello specifico – afferma il responsabile di Everest Poker – può essere contestato il fatto che un giocatore si qualifichi sulla piattaforma a soldi veri e non su quella a soldi virtuali. Ma se ci dovesse essere coincidenza tra la poker room effettiva su cui il giocatore si qualifica o da cui è sponsorizzato e il marchio che indossa, allora anche i giocatori internazionali di PokerStars.com (non autorizzata in Italia, al pari di Everest Poker) non dovrebbero poter partecipare all’evento”.
Marco Trucco difende la scelta di Everest di salvaguardare le competizioni e la concorrenza: “La visibilità acquisita durante le World Series of Poker ne è l’esempio più lampante. Everest Poker, sponsor ufficiale delle WSOP e azienda legale negli USA in quanto non accetta giocatori americani sul proprio sito, non ha mai preteso che i giocatori rappresentanti di PokerStars venissero bannati dalle WSOP proprio per non stravolgere l’importanza dell’evento”.
La speranza è che si possa trovare una soluzione per salvaguardare il prestigio e la competitività della tappa dell’ European Poker Tour di Sanremo. Sia per il poker che per i principali eventi sportivi, si avverte la necessità di una normativa comune a livello europeo. Non è un caso che il nuovo commissario Ue per il mercato interno, Michel Barnier, stia spingendo per un’armonizzazione della normativa che regolamenti un settore, come quello del poker e delle scommesse online, in forte espansione e con numeri che non possono più essere trascurati. Il punto di partenza potrebbe essere proprio il modello italiano, basato su un sistema di licenze comunitarie ed un organismo di controllo centrale per la tutela dei giocatori.