Tutti credono che gli Stati Uniti siano il regno del poker, con Las Vegas in cima alla lista ovviamente, come caput mundi del texas hold'em, vuoi perchè le World Series of Poker si tengono lì ogni
anno, vuoi per gli innumerevoli Casinò a disposizione, fatto sta che un recente studio ha invece dimostrato che il luogo con la più alta percentuale di adulti che giocano a poker sia il GALLES!
E' evidente che c'è stata un'esplosione del fenomeno “poker" nel Regno Unito in questi anni, dovuta sia alla crescita del mercato online che alla copertura televisiva massiccia di eventi pokeristici, il che ha reso questo gioco molto popolare. Quello che stanno cercando di fare in UK per massimizzare la potenziale crescita del mercato del poker è di creare un sano equilibrio tra il poker giocato online e quello live, in modo da aiutare a tenere vivo l'interesse nei giocatori già esistenti e di avvicinare al gioco più persone interessate possibili.
Una delle ragioni principali che si cela dietro la crescita di popolarità del poker in Galles è invece legata al fatto che i giochi low stakes (basso livello di buy in) siano legali in ogni pub del Paese. Grazie all'entrata in vigore del “Gambling Act"del 1 settembre 2005, gli abitanti del Galles possono godere del poker come attività ricreativa ed infatti ai pub non è richiesta nessuna licenza speciale per permettere il gioco del poker, purchè:
- gli Stakes nei pub siano limitati a 5 sterline (circa 7.5 Euro), i premi giornalieri non superino 100 £(circa 151 Euro) e le 500 £ settimanali (756 Euro).
- i club privati invece possono arrivare a 10£ (15 Euro), e premi fino a 200 £ (302 Euro) al giorno e 1.000 settimanali (1.513 Euro).
Lo scopo del Governo è chiaro: l'obiettivo non è di mettere le persone in difficoltà , bensì vogliono che ci sia uno sviluppo socialmente responsabile del gioco, in modo da tenerlo sotto controllo.
La Mintel Market Researches ha affermato che il 31% degli abitanti del Galles, che hanno partecipato al loro studio, ha giocato a poker almeno una volta quest'anno, mentre gli Scozzesi sono stati il 27% e solo il 22% gli Inglesi.