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Giocare senza guardare le carte (2° parte)

Ancora dal blog di Cody “Bwammo” Kaiser, riportiamo la traduzione della seconda ed ultima parte dell’interessante post sulla possibilità di agire al tavolo senza conoscere le proprie carte.

“Come giocare invece post-flop? E’ un po’ difficile da fare senza conoscere le carte, giusto? Posso dire che sicuramente è vero, se vogliamo provare ad estrarre valore dalle nostre mani buone.

Senza la conoscenza delle nostre carte, non vinceremo mai niente postflop a meno che non exploitiamo tendenze weak. I segnali di debolezza possono presentarsi in vario modo: a volte, un oppo da fuori posizione checka al flop e poi fa lo stesso anche al turn, oppure ci troviamo in zona bolla ed il giocatore che stiamo affrontando è penultimo nel chipcount e non vuole osare più di tanto. Altre volte, invece, avvertiremo debolezza quando sappiamo che Villain pensa che noi siamo weak e quindi faremo check-raise al turn con air.

Ipotizziamo di trovarci in un torneo, seduti ad un tavolo a 7 giocatori ed in posizione di big blind. In questa situazione immaginaria, otteniamo un limp dall’hi-jack (con stack sopra la media) ed il call per la differenza dall’avversario di small blind (in average). Facciamo check con stack simile all’oppo da piccolo buio e osserviamo scendere al flop Q 7 4 rainbow. Non sappiamo se abbiamo hittato qualcosa perché non abbiamo visto le nostre carte.

Il giocatore da SB fa check e noi e l’altro lo seguiamo. Sul turn arriva un 4 ed il piccolo buio checka ancora: a questo punto abbiamo a disposizione alcuni indizi per determinare cosa possano avere gli altri o, più nello specifico, cosa è più probabile che non abbiano. L’unica buona mano che può avere lo small blind, e che non ha puntato al turn, è qualcosa che comprende un 4 (statisticamente improbabile). Tutte le altre mani per lui sono weak su quel board (salvo per la possibilità che abbia 56 oppure un progetto di scala ad incastro, che comunque rimangono deboli fin quando non hitta).

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Per quanto riguarda il limper da late position, possiamo scartare l’ipotesi che abbia un Q o un 7 perché con molta probabilità li avrebbe bettati sul flop. Inoltre, avrebbe puntato in posizione anche con un progetto di scala oppure 88-JJ. Infine, è improbabile che abbia un 4 (matematicamente parlando).

Detto ciò, abbiamo in pratica eliminato tutte le mani con cui gli altri due avversari potrebbero continuare a giocare su quel board. Piazzare una puntata al turn diventa quindi la mossa migliore, e possiamo farla anche senza conoscere le nostre carte.

Il mio consiglio è di provare a giocare al buio (applicando del nastro adesivo sullo schermo oppure quello che vi pare per coprire le carte) con l’obiettivo di vincere. Non foldate tanto per raggiungere la zona premi così da avere una bella storiella da raccontare agli amici. Siate moderatamente attivi al torneo. Ci sono molti altri particolari a cui fare attenzione, e probabilmente potrete notarli soltanto se vi disinteressate completamente delle vostre hole card. E poi chi lo sa, magari questo lavoro potrebbe tornarvi utile per esplorare nuove possibilità.”

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