Un mercato dagli enormi margini di miglioramento, nonostante l'impetuosa crescita registrata dal 2008 ad oggi. E' quanto emerge - non senza sorprese - dal convegno “Il Gioco Online in Italia: aumenta l’offerta, si trasforma la domanda” tenutosi al Campus Bovisa presso il Politecnico di Milano.
I diversi argomenti trattati mostrano come, tra nuove frontiere come i social network e il gioco su dispositivi mobili e nuove strategie mirate sia a cercare nuova clientela che a intervenire su quella esistente ma "dormiente", l'industria del gioco online in Italia abbia davanti a sè un periodo di ulteriore crescita.
Il convegno è stato organizzato da MAG Consulenti Associati e Agipro, con il supporto di aziende come bwin, Buongiorno, Cogetech, Gamenet, Gioco Digitale, Glaming, Lottomatica, Neomobile, Phinet, Playyoo, PokerStars, SIA-SSB, Sisal, Snai, Sportradar, Winga.
Motore principale del convegno era una interessante ricerca condotta dall'Osservatorio Gioco Online, ed illustrata da Andrea Rangone e Riccardo Mangiaracina, rispettivamente Responsabile Scientifico e Responsabile della Ricerca dello stesso Osservatorio.
Alcuni dati. Innanzitutto quello principale, ovvero quello di una raccolta globale che nel 2011 si è assestata sui quasi 10 miliardi di euro, con un aumento del 104% rispetto al 2010. Se si guarda però alla spesa effettiva degli italiani, essa passa da 690 a 735 milioni di euro, con un aumento "solo" del 7%.
Ciò è dovuto a diversi fattori, il principale dei quali è l'introduzione di due nuove modalità di gioco online come il poker cash e i giochi da casinò. Entrambi hanno letteralmente trascinato tutto il mercato, cannibalizzandolo e causando la contrazione di molti giochi tradizionali (scommesse ippiche e sportive, Bingo, concorsi a pronostico, compreso il poker da torneo).
Riguardo poi all'aumento "moderato" della spesa (che equivale alla somma tra i fatturati degli operatori e del prelievo erariale), poker cash e casinò online hanno anche qui un ruolo preminente: si tratta di giochi che restituiscono al giocatore un payout medio del 97%, contro il 75% medio dei giochi tradizionali. Ecco perchè il dato della spesa netta appare in crescita meno fragorosa.
La ricerca mette in evidenza anche le direttrici sulle quali si potrebbe orientare pesantemente il mercato del prossimo futuro, ovvero fondamentalmente social network e gioco su tablet e smartphone. E' infatti in grossa crescita il numero di operatori presenti sui vari social (Facebook e Twitter su tutti), utilizzati finora più che altro a scopo promozionale, anche se le potenzialità di questi nuovi canali sono ben più ampie.
Riguardo al gioco su Smartphone e Tablet, qui il poker è attualmente rappresentato dalla sola PokerStars che comunque, per bocca di Barbara Beltrami, si dice enormemente soddisfatta dei dati emersi fino ad oggi che vanno oltre le più rosee aspettative. "Il concetto di poker cash si sposa alla perfezione con la modalità di gioco da dispositivo mobile", ha dichiarato la country manager di PokerStars.it.
Un impatto più globale da questa nuova frontiera arriverà di certo su altri tipi di gioco, come le scommesse online. Secondo Francesco Fiandra, ceo di Playyoo, ci sono operatori britannici che raccolgono ormai il 50% dei loro volumi da applicazioni per dispositivi mobili.
Altri dati interessanti emersi durante il convegno riguardano l'identikit del giocatore online. Sugli oltre 2,5 milioni di utenti che hanno giocato in rete per denaro reale nella seconda parte del 2011 (dall'introduzione del cash in poi) l'86% è uomo, mentre è indicativa la distribuzione sul territorio: 50% Sud, 20% Centro e 30% Nord. Nonostante densità demografiche del tutto differenti, il gaming "prende" in particolar modo nel meridione. Quanto all'età media, il 60% dei giocatori rientra nella fascia tra i 25 e i 44 anni.
Infine, un dato che fa riflettere su come e quanto siano cambiati gusti e costumi del nostro popolo. I 735 milioni di spesa netta da parte degli italiani per il gioco online nel 2011 sono all'incirca equivalenti a quanto speso per andare al cinema, circa 2 volte la spesa per il teatro e 3 volte quella per andare allo stadio a vedere una partita di calcio. Fra gli intrattenimenti preferiti dagli italiani, ormai solo il settore dei videogames (1 miliardo di euro nel 2011) vanta numeri migliori.