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Il poker torna a 'le Iene': una truffa smascherata da una bufala

Un momento del servizio con Nadia Toffa e il 'pentito'Il servizio sul poker andato in onda qualche ora fa su "Le Iene" lascia un retrogusto un pò ambiguo: sollievo misto ad una forte rabbia. Sollievo per non aver rivisto un replay del servizio di Giulio Golia con Cristiano Guerra, rabbia per un sottobosco reale (quello delle cosiddette .retard) smascherato però con prove poco credibili.

Il servizio era stavolta a cura di Nadia Toffa, ed ha avuto origine dalla ricezione di una email da parte di un sedicente ex agente di poker room non ben definita, denominata ".com" ma identificabile certamente con quelle che nell'ambiente sono note come ".retard".

La nascita del poker licenziato AAMS ha dal principio avuto tra i principali obiettivi - oltre a quello di far giocare gli appassionati in sicurezza - anche quello di limitare e (ove possibile) estirpare il cosiddetto mercato sommerso, di cui questo tipo di realtà è parte integrante. Fatta questa doverosa premessa, torniamo a Nadia Toffa e al suo ospite.

Nonostante un titolo palesemente scandalistico - "Siti di poker che rubano milioni" - la Toffa fa subito un importante distinguo con le poker room provviste di licenza AAMS, e questo già è un fatto importante. Quindi, la giornalista lascia la parola al ragazzo, imbacuccato fino ai capelli come un super-pentito, e con la voce alterata per renderne più difficile il riconoscimento.

Il ragazzo parla di questi siti illegali, che hanno server in paesi i quali non ne controllano le regolarità (peccato nomini anche Malta che però in quanto a controlli non è seconda a nessuno, ndr). Parla di come operano, dei guadagni che generano, di quello che torna(va) in tasca a un agente come lui. Cifre importanti, come 50mila euro al mese, poi rigiocate o parzialmente "regalate" ad altri giocatori per attirarli nella rete.

E poi, il pezzo forte. Eccolo, lo spauracchio di tutti gli appassionati: il super-account. Il ragazzo parla alla Toffa di software per vedere le carte degli altri giocatori, e sostiene di poterlo confermare. Ed ecco che ci troviamo di fronte ad un video di un ipotetico match heads up contro un ignaro player, del quale vediamo le carte. Peccato ci siano alcuni elementi che destano quantomeno sospetto:

  • il flop è composto da sole due carte
  • La barra indica una cifra uguale (399€) per call e raise
  • l'avversario è in allin (ha 0€ rimasti) ed appare ugualmente la possibilità del raise
  • nelle mani successive il ragazzo "accetta" di regalare qualche centinaio di euro all'avversario "perchè non lo vogliamo derubare"

In generale sembra in tutto e per tutto una mano riproposta su un hand replayer, e infatti da qui in poi si scatena il tam tam sui social network: la pagina di Nadia Toffa è presa d'assalto con domande di chiarimento. Ad una di queste (quella sul flop con 2 carte) lei risponde che si tratta con ogni probabiltà di problemi di post produzione, venuti fuori dalla necessità di oscurare alcune parti di video per non rendere la room riconoscibile.

Tutto troppo strano, compresa la figura di questo sedicente agente, sull'identità del quale si è scatenata una sorta di caccia all'uomo.

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Il vero problema è però un altro: il mercato sommerso del poker è qualcosa di esistente, a cui la legalizzazione del cash game ha peraltro dato un colpo quasi mortale. Tuttavia, anche se con proporzioni molto ridotte, ogni tanto se ne sente parlare ancora, delle ".ret". Un tipo di servizio del genere rischia di fare due danni:

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1. Innanzitutto rischia di portare ulteriore danno al poker legale: seppur con il distinguo iniziale, nella percezione di buona parte del pubblico non ci sarà distinzione tra poker buono e quello cattivo.

2. Denunciare un problema reale o verosimile (quello delle truffe relative a questo tipo di room, la presenza di bot eccetera), ma farlo in maniera impropria e con strumenti non credibili, può comportare una sorta di delegittimazione della stessa denuncia. Immaginate ad esempio che un mafioso (conclamato e riconosciuto come tale) venga denunciato pubblicamente da un pentito che poi si rivela essere un millantatore che ha sostenuto cose false. Il mafioso rimarrebbe tale, ma in compenso si vedrebbe restituire una porzione di rispettabilità del tutto immeritata.

Sono queste le due colpe principali di questo servizio de "Le Iene", e per questa ragione difficilmente smetterà di generare polemiche anche nei giorni a seguire.

Chi fosse interessato alla vicenda e volesse lasciare un commento, può farlo sul nostro forum.

Chi non avesse ancora visto il servizio in questione de "Le Iene", può farlo cliccando a questo indirizzo.

Per tutti, invece, un consiglio: se siete a conoscenza di truffe o situazioni illegali e volete denunciarle, non andate a "Striscia" o a "Le Iene": scrivete alla Polizia Postale!

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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