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Intervista con Marco Traniello

E' tornato in Italia per l'EPT di Sanremo, e Assopoker non ha perso l'occasione per intervistarlo. Parliamo di Marco Traniello, affermato pro di Full Tilt originario di Gaeta, splendida città tirrenica dove Marco è rientrato in questi giorni, in vista del doppio impegno EPT Sanremo-Montecarlo. Il nostro "dottore 007" lo ha incontrato e Marco, col garbo che lo contraddistingue, non si è fatto pregare.
Diamo dunque la parola al nostro "dottore":

Oggi, ho avuto l’onore di incontrare Marco nella sua splendida casa di Gaeta, dove si trova per trascorrere la Pasqua in compagnia della famiglia. Quando mi ha accolto, mi ha subito dato l’impressione di essere in uno stato di febbrile attesa per la tappa dell’EPT Sanremese, desideroso di mettersi in mostra tra le “mura di casa”.
Davanti ad un’ottima tazza di caffè, preparataci dal disponibilissimo signor Franco (papà di Marco, ndr) abbiamo iniziato la nostra piacevolissima chiacchierata.

Il dottore 007 (da ora 007): Ciao Marco! Partiamo dalle origini: è ormai dal 2000 che vivi a Las Vegas, qual’è stato il motivo che ti ha portato nella “Città del Peccato”?

Marco Traniello (da ora MT): Mi trovavo in America perché avevo ricevuto un’offerta di lavoro come parrucchiere a Westbound Beach, nei pressi di Miami. Mi trovavo li insieme ad un mio grande amico, Riccardo, con il quale decidemmo di recarci a Las Vegas per una vacanza, grazie all’ospitalità concessaci da una nostra amica.”

007: Sappiamo tutti che sei sposato con una delle più grandi giocatrici di Poker al Mondo. Come hai fatto a conquistare Jennifer Harman?

MT: Mi trovavo agli “sgoccioli” della vacanza quando una sera, nel parcheggio del Bellagio, la fortuna volle che la mia auto fosse parcheggiata vicino quella di Jennifer; cercai subito l’approccio diretto, ma lei disse che non era serata poiché aveva perso oltre cinquantamila dollari a poker. Non mi persi d’animo e da buon italiano, mi offrii di pagarle la discoteca. Questa battuta fece breccia nel suo cuore, cosicché la sera seguente mi invitò ad accompagnarla ad un tavolo che le permise di vincere cinquantamila dollari…lo stipendio che avrei guadagnato in due anni!”

007: Seguivi il poker prima di conoscere tua moglie?

MT: Non sapevo nemmeno di cosa si trattasse, ed il mio approccio è stato piuttosto morbido, quasi distaccato. Ho imparato osservando i migliori - perché al tavolo con Jennifer c’erano solo i migliori - cercando di apprendere il più possibile, studiando sia il linguaggio del corpo che il modo di giocare di ognuno di essi”

007: Quando hai capito che potevi partecipare ad un evento importante come le WSOP?

MT: Diciamo che è stato Daniel Negreanu a spronarmi, poiché le letture sugli avversari che gli fornivo erano quasi sempre esatte. E’ così che ho iniziato a giocare e avendo imparato solo dai migliori mi trovavo dieci passi avanti rispetto ad un qualsiasi “beginner”. Inoltre ci tengo a precisare che sono entrato sin da subito nel “Circle of Outlaws”, fondato da Marcel Luske, che aveva come obiettivo la promozione di nuovi talenti del Poker. Con me ne facevano parte anche Luca Pagano, Patrik Antonius, Noah Boeken ed altri. Come sai tutti hanno poi avuto una lunga e gloriosa carriera.

007: Come mai, nonostante tua moglie sia una delle maggiori giocatrici di cash game, tu non pratichi sovente questa disciplina?

*bannersx*MT: Fondamentalmente perché c’è troppo rischio. Preferisco giocare tornei, in quanto so che oltre al buy-in non posso perdere altri soldi, a fronte però di vincite comunque elevatissime. Anche se, non nego, che inizialmente mi mantenevo col cash game; feci un bankroll di oltre settantamila dollari col Deuce-to-Seven, grazie al quale acquistai una Dodge Viper con la targa personalizzata su cui c’era scritto, per l’appunto, “Deuce-to-seven”

007: Quale variante preferisci?

MT: Preferisco il Deuce-to-seven, ma sono più abile nel Pot Limit Hold’em

007: Preferisci giocare online o live?

MT: Online non ci riesco proprio; preferisco guardare l’avversario negli occhi! Inoltre online ci sono molte calling station, players abituati a callare con gutshot che al contrario, nel live, sono sinonimo di sconfitta, specialmente nei lunghi tornei.

007: Quale è stata la maggior soddisfazione che ti ha dato il poker?

MT: Sicuramente il final table del 10.000$ pot limit omaha dove c’ero io, Patrik Antonius, Doyle Brunson...ed era una variante a cui non avevo mai giocato prima, un po’ come mia moglie quando vinse il braccialetto alle WSOP nel Deuce-to-Seven. Ricordo che giocava anche Dario Alioto, a parer mio il più forte giocatore italiano di Pot limit Omaha.

007: Ritieni di esser riuscito a realizzare il tanto agognato “Sogno Americano”?

MT: Si, l’ho realizzato e lo vivo tutt’ora, e ho visto affacciarsi a questa professione tanti ragazzi che sono partiti da zero e sono diventati quel che sono diventati…in particolare ho il ricordo di quando Dario Minieri si è presentato: un ragazzino timido che ben presto è riuscito ad ottenere il rispetto di tutti i migliori Pro. Credo inoltre che nel futuro ce ne saranno molti altri.

007: Quali ritieni che siano attualmente i migliori pro?

MT: Dario Minieri è il giocatore più forte che io conosca negli Heads-Up, Phil Ivey il giocatore più completo, Daniel Negreanu è un ottimo torneista, mia moglie mi piace tantissimo nel limit Hold’em, nel pot limit omaha Patrik Antonius è quello che preferisco….insomma ognuno è più o meno portato per una specialità o per un’altra.

007: In tutti questi anni hai mai avuto un periodo di crisi in cui stavi per mollare tutto?

MT: Fortunatamente ho sempre saputo gestire bene il mio bank roll con grande maturità, ho avuto anche la fortuna di avere sponsor solidi alle spalle che mi hanno consentito di vedere il poker come un investimento e non come un azzardo

007: Qual'è la situazione del poker italiano visto dagli USA? E come la vedi tu, personalmente?

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MT: Personalmente, facendo un paragone calcistico, ritengo che il poker italiano si stia affacciando alla serie A. I massimi esponenti di casa nostra possono stare tranquillamente seduti al tavolo con i migliori!

007: Pensi ad esempio che potresti tornare a vivere in Italia o è un'ipotesi remota?

MT: Per il momento no, poiché ho i miei bambini e li devo accudire, anche se ogni qual volta c’è un grande evento torno. Se in futuro si presentasse un’occasione ghiotta ci farei di sicuro un pensierino…mai dire mai!

007: Sappiamo che l’inverno scorso tuo fratello è venuto a Las Vegas per imparare dai “Grandi”..cosa pensi di lui?

MT: Ho dei filmati di Antonio piccolissimo che gioca a carte con Jennifer, la quale rimane sbalordita dalla capacità di bluffare e dal sangue freddo che dimostrava sin da bambino. Il suo livello è migliorato tantissimo ed è sicuramente pronto ad affacciarsi al “Gotha” del Poker Mondiale. Ho intenzione di investire molto su di lui.


Ecco Marco Traniello (a destra) con l'adorato fratello Antonio.

007: Raccontaci un aneddoto divertente che hai vissuto al tavolo verde!

MT: Ahahaha, ho visto tante cose succedere, ma in particolare ricordo di un giocatore professionista, di cui non faccio il nome, il quale alla terza sconfitta consecutiva con AA strappò le carte e le inghiottì. E’stata una cosa divertentissima che, a distanza di tempo mi fa ancora morire dal ridere!

007: A breve ci sarà l’EPT di Sanremo, come pensi di affrontare questo main event?

MT: Sanremo è una tappa difficile, con un cap intorno ai 1000 giocatori! Ci saranno players al loro primo grande evento e ciò aumenterà la tensione che farà commettere qualche errore a fine giornata. Da queste situazioni cercherò di trarre maggior vantaggio possibile.

007: Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi ed appuntamenti col poker?”

MT: Giocherò l’Ept di San Remo e il Grand final di Monte Carlo; le world series of poker sono l’appuntamento che attendo con maggiore ansia, cercherò di impegnarmi al massimo e vincere l’ambito “Braccialetto” (Marco è tra l'altro recordman di "itm" in una sola edizione delle WSOP con ben 7 nel 2005, ndr). Sarò ospite ai Caraibi all’ Atlantis Casinò dal 14 al 17 di Ottobre dove sarò istruttore di un “Poker Camp”.

007: Quale consiglio daresti a tutte quelle persone che si sono avvicinate da poco a questo gioco?

MT: Prendere il poker a giuste dosi, soprattutto studiare gli errori e cercare di non vederlo come “lavoro” poiché potrebbe diventare “costoso”.


Qui sopra il nostro "Il dottore007" tra i fratelli Traniello.
 

Il tempo è volato e senza accorgercene siamo arrivati alla fine dell’intervista, anche grazie alla simpatia e all'affabilità della famiglia Traniello.

Qui Gaeta: dal vostro dottore007 e dai "Traniellos" un affettuoso saluto a tutti gli amici di Assopoker!

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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