
Ma da dove nasce quest’idea? “L’Ironman mi è venuto in mente dopo aver sentito migliaia di volte la frase ‘Quanto manca alla pausa?’ da parte di molti giocatori, mentre altri si lamentano per l’eccessiva lunghezza dei break. Ecco allora una tipologia di torneo che taglia alla base entrambi i problemi…” esclama sorridente Matt Savage, che prosegue “i giocatori dovrebbero sapere che perdere una mano in un torneo non è una cosa dell’altro mondo, e che molti players di successo si prendono lunghe pause durante il gioco. Questo “Ironman” vuole essere anche un test sulle skills e la forza di volontà dei giocatori, aiutati da una struttura di torneo ottima”.
Sono stati in 64 ad iscriversi all’Ironman, con tre pasti serviti ai tavoli per ogni player, in un’esperienza di gioco del tutto nuova. A spuntarla è stato Brett Radin, su un tavolo finale che vedeva tra i suoi protagonisti anche Eric “Basebaldy” Baldwin, affermato giocatore sia live che online, vincitore la scorsa estate di un braccialetto alle ultime WSOP. Per Radin, vincitore nell’heads up finale contro Tyrba, un premio da oltre 50mila dollari. Ecco il payout del tavolo finale:
1°. Brett Radin – $51.160
2°. Chris Tyrba – $22.686
3°. Farzin Akhtar – $11.859
4°. Tyler Patterson – $7.218
5°. Brian Brubaker – $5.672
6°. Eric “Basebaldy” Baldwin – $4.125
Un’esperienza provocatoria ed originale, questo Ironman Event. Non sappiamo se avrà un futuro, ma nel mezzo di un panorama frastagliato come è quello dei tornei di poker potrebbe anche ritagliarsi una nicchia di appassionati negli anni a venire.