Vai al contenuto

Isildur1 ancora dall’altare alla polvere: eroe o bluff?

Isildur1 è forse l'unico ai tavoli da poker interessato ad altro che non ai soldiAncora Isildur1, ancora Brian Hastings: stessi protagonisti, medesima fine. A pochi mesi di distanza da quell’incredibile notte nella quale Hastings riuscì a vincere allo svedese oltre quattro milioni di dollari, siamo nuovamente a commentare una ennesima sessione epica, durante la quale i due si sono confrontati senza esclusioni di colpi.

La fine, evidentemente, potete ben immaginarla: dopo una sessione su sei tavoli di Pot Limit Omaha $500/$1000 su Full Tilt Poker, Brian Hastings è risultato vincente per circa 1.500.000 dollari, al termine di 2.800 mani che hanno visto ancora una volta Isildur1 soccombere.

Come se non bastasse, terminata questa sessione lo svedese è tornato a confrontarsi con “Ziigmund”, con cui stava giocando prima dell’arrivo di Hastings e che aveva abbandonato non appena era comparso l’inglese. La sessione contro Ilari Sahamies non è andata meglio, visto che Isildur1 ha perso contro il finlandese altri 300.000 dollari nell’arco di 1.200 mani, sempre confrontandosi a quel Pot Limit Omaha che sappiamo non essere il gioco in cui è capace di esprimere tutto il suo potenziale di fantastico giocatore qual è. Ma lo è davvero?

Dopo l’ennesima, sanguinosa battuta d’arresto che sembra segnare una nuova fine – a cui tuttavia nessuno riesce a credere sino in fondo – c’è chi si domanda se Isildur1 sia da considerare davvero un top player, meritevole magari di sponsorizzazioni di primo piano oppure no. La domanda può apparire retorica, dato che il ragazzo svedese ha mostrato di essere un giocatore d’eccezione come davvero ce ne sono pochi al mondo, ma altri osservatori sono più pragmatici e si limitano a una considerazione: quella relativa al profitto. Non diciamo sempre infatti che è un buon giocatore colui che risulta vincente nel lungo periodo?

Può considerarsi davvero vincente un player capace di annichilire qualsiasi tipo di avversario e poche ore dopo di bruciare tutto come se nulla fosse, come se non fosse già accaduto in passato? In fondo, stiamo pur sempre parlando di un ventenne che nell’arco di un pungo di mesi ha dilapidato milioni di dollari, forse non ancora pronto per affrontare quei tavoli dove gli avversari sono spietati e la varianza violenta, così come violenta è giocoforza la pressione psicologica che ne deriva. Il dubbio potrebbe quindi apparire legittimo.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Tuttavia, come già avemmo modo di scrivere a suo tempo, questi sono parametri di giudizio validi fintanto che chi gioca si sieda al tavolo con l’intento esclusivo di vincere denaro, mentre per Isildur1 il denaro appare molto più un mezzo che non un fine. Lo svedese non si accontenta di uscire dall’inferno dell’anonimato guadagnando denaro. Vuole piuttosto concedersi il lusso di voltarsi indietro, come ultima sfida da gettare in faccia all’intero mondo del cash game high stakes ed alle sue spietate leggi, a costo di ritrovarsi tramutato in statua di sale. Come un eroe che conosca la sconfitta che lo aspetta sulle mura, si ostina nel cingersi il corpo ed il capo della sua armatura più bella e scaglia con forza la lancia, pur sapendo che gli dèi  puniranno la sua superbia relegandolo nella polvere.

La Nike di Samotracia, una vittoria incompiuta come Isildur1E’ per questo che Isildur1 è così popolare, in fondo. Non perché sia giovane, né perché sia ricco o vincente, perché in questo come lui ce ne sono anche altri. Quello che davvero lo contraddistingue, allora, è questa sua pulsione irrefrenabile di sfida scellerata agli uomini ed alla logica, che non avrà mai fine perché in fondo egli sa di non poter vincere in questa corsa. Isildur1 appare allora come una statua della vittoria destinata a rimanere decapitata, per sempre senza testa.

Infatti, questo suo mettere continuamente alla prova il suo corpo ed il suo spirito con sessioni interminabili al limite dell’umana sopportazione, il rifiuto di considerare il denaro come qualcosa che possa davvero contare – al punto da risultare quasi blasfemo in una società come quella in cui viviamo – ed anzi di sacrificarlo per ambire a qualcosa di diverso: a quella gloria che profuma di immortalità e che solo coloro i quali hanno accettato di sublimare in fiamma accecante hanno infine raggiunto. E tutti coloro che lo seguono, in fondo, lo guardano ammirati perché gli riconoscono questo: la scelta di inseguire non una vittoria ma la Vittoria, rinunciando così a guadagni che con i suoi mezzi sarebbero pressoché certi.

Certo, esiste anche la possibilità che si tratti più semplicemente di un ventenne geniale ma incompiuto, di un semplice fenomeno scapestrato dal sangue caldo ed i nervi fragili, come a molti capita alla sua età, che in fondo è anche quella di chi scrive. Ma se Isildur1 fosse soltanto questo, davvero ne staremmo ancora parlando?

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI