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Italian style?

Esiste uno stile italiano nel poker? E se c’è, in cosa si traduce? A livello internazionale, gli italiani sono sempre considerati genericamente scarsi o fish? O è solo il residuo di una antica reputazione, che ci portiamo ancora dentro come un fardello, quasi come l’armatura di Don Chisciotte?

Esiste uno stile italiano nel poker? E se c’è, in cosa si traduce? A livello internazionale, gli italiani sono sempre considerati genericamente scarsi o fish? O è solo il residuo di una antica reputazione, che ci portiamo ancora dentro come un fardello, quasi come l’armatura di Don Chisciotte? Credo che questo ultimo aspetto sia cruciale se vogliamo tastare il polso in maniera attendibile allo stato del poker Italiano. Se è vero che storicamente siamo considerati un paese “underdog”, è altrettanto storicamente provato che il poker ha attecchito in Italia da troppo poco tempo per poter vantare qualcosa che somigli ad una tradizione.

Eppure online possiamo vantare risultati del genere

Ranking

Due giocatori italiani in cima alla classifica di due dei più grossi network pokeristici mondiali, per di più entrambi leader da diverse settimane.E se Dario Minieri non ha bisogno di presentazioni, thesegoto_11 invece è un assopokerista della prima ora, uno dei pionieri del nostro forum: rotavolvitur, erudito fin dal nickname, originario di Bari ma cittadino del mondo e, tra le altre cose, killer dei multitable tournaments.

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A questi evidenti miglioramenti nell’ONLINE, vanno ovviamente aggiunti i sempre più frequenti risultati di rilievo nei grandi eventi LIVE: citando in estremo disordine, si ricordano i secondi posti di Cristiano Blanco all’EPT di Dortmund 2007 e di Gino Alacqua a Praga 2007, il terzo di Dario Minieri a Baden 2006; l’exploit di quest’ultimo al main event delle WSOP 2007, dominante per lunghi tratti; l’impressionante sequenza di piazzamenti ITM del grande Luca Pagano (a destra nella foto), che a Copenhagen ha appena stabilito il record assoluto con 8 EPT finiti a premio (record in coabitazione con Julian Thew); e poi il tavolo finale a Dortmund 2008 di Swissy-Rinaldi, svizzero di nazionalità, ma italiano in quanto a "frequentazioni pokeristiche", e il sempre crescente numero di italiani che si lancia alla conquista dei grandi eventi, mai sfigurando, spesso dominando i tavoli, uscendo a volte per errori dovuti alla mancanza di esperienza. Ma c’è un modo di dire negli USA, “esperienza è ciò che tu fai oggi”, e quindi il domani sarà necessariamente migliore.

Ma con tutti gli evidenti miglioramenti su entrambi i versanti, si può realmente parlare di STILE ITALIANO o di SCUOLA ITALIANA?
La questione è stata ed è ancora dibattuta sul nostro forum. Ma è opinione abbastanza diffusa che sia ancora presto per parlare di SCUOLA ITALIANA. Non ci sono i presupposti critici per arrivare a tale definizione. Non ci sono dei refrain, non c’è una precisa caratteristica tecnica che accomuni i nostri top players. C’è invece da macinare poker, da mettere risultati in cascina, da acquisire rispetto, da far foldare avversari…

…C’è Sanremo che si avvicina. E con esso la sensazione che il colpaccio sia lì, sempre più a portata di mano. Magari non sarà tra un mese, chissà che non avvenga prima, a Varsavia, o dopo, al gran finale di Montecarlo. O alle WSOP, perché no?
Intanto, INVADIAMO la Città dei fiori, poi si vedrà!

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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