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Italiani e poker: la fotografia da una indagine di mercato

Via gli antichi pregiudizi! Gli italiani iniziano ad avere una percezione positiva del poker. E’ il risultato di un’indagine commissionata dall’Unione Nazionale Consumatori e curata da Ipsos Public Affairs.  L’italiano medio pensa che il giocatore di poker sia scaltro e che abbia capacità tattiche sopra la media. Caratteristiche senza dubbio positive.

Ma quali sono le doti che deve possedere un bravo giocatore? La capacità di bluffare è decisiva almeno per il 45% degli interpellati. Per molti (il 44% di un campione random) deve essere anche fortunato. Lo stesso risultato, in modo sorprendete, emerge anche tra gli appassionati di poker (che hanno giocato almeno una volta nell’ultimo anno) che reputano il fattore "C" come uno degli elementi decisivi.

Per il 43% della popolazione, il player vincente deve possedere un ottimo intuito ed essere un buon psicologo nei confronti degli avversari. Questo fattore è naturalmente rivalutato nel sondaggio effettuato tra i giocatori: il 55% reputa l’istinto e la psicologia come una dote primaria.

Tra le altre caratteristiche, il mix deve essere completato da sangue freddo (28%), capacità di concentrazione (26%), capacità matematiche e statistiche (21%), impenetrabilità (17%).
Secondo il sondaggio il player viene etichettato come una faina (34%), uno squalo (30%) e ahimé nel 22% percento dei casi addirittura come un serpente.

Un intervistato su cinque (19%) ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno con amici e parenti o comunque live. Su internet invece hanno giocato solo il 5%. Le ragioni sono molteplici: mancanza di tempo, ridotto coinvolgimento rispetto al gioco dal vivo, la componente economica e la percezione di una ridotta sicurezza.
Sotto il profilo occupazionale il poker viene rivalutato. La maggioranza degli italiani (61%) ritiene che per diventare un giocatore professionista bisogna essere abili e applicarsi. L’allenamento e l’esercizio sono ritenuti indispensabili. Solo il 37% pensa che per diventare “pro” bisogna disporre di fortuna ed essere ricchi.

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Il 72% gioca una volta o poco più al mese, mentre un italiano su tre si siede al tavolo con una frequenza settimanale. Il 41% gioca per soldi (il 27% però solo per cifre modeste).
Attenzione però alle sorprese: nella categoria dei “giocatori” (ovvero di coloro che si sono seduti al tavolo almeno una volta negli ultimi 365 giorni) la disciplina più conosciuta rimane sempre il poker all’italiana (75%) che batte di poco il Texas Hold’em (68%). Meno popolari l’Omaha (6%) e il poker caraibico (2%).

Ma veniamo al gioco online. In questo caso la base degli interpellati è ristretta ed i dati sono solo tendenziali (quindi con un margine di errore). Una delle ragioni che spinge i giocatori a giocare su una room invece che in un’altra, è la sicurezza e la fiducia generale che gode il sito. E senza dubbio il passa parola tra amici e parenti è uno degli elementi chiave. Ma non solo: la presenza del marchio Aams (dei Monopoli) è un fattore di garanzia. Per i più esperti è importante valutare come è sviluppato un sito.

Sono importanti anche i fattori tecnici (funzionamento del software, assistenza fornita e grafica), i servizi (giocabilità a qualsiasi ora, promozioni e bonus), organizzazione (l’entità del rake e la facilità di vittoria). I siti più popolari – secondo l’indagine – sono PokerStars, GiocoDigitale e ZyngaPoker (piattaforma su Facebook). Per concludere c’è un dato interessante: i giocatori online sono molto fedeli: la maggior parte di essi sono iscritti ad una sola room.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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