Il mondo del poker non è nuovo a iniziative benefiche, attraverso tornei a favore di associazioni no profit ma non solo. Certamente molti di voi sapranno di Barry Greenstein, le cui vincite nei tornei live vengono da lui stesso devolute interamente in beneficenza, e adesso anche Jennifer Harman ha deciso di percorrere una strada simile.
La Harman, una delle giocatrici di poker più forti in circolazione, ha infatti deciso d’ora in poi di donare l’uno per cento delle proprie vincite nei tornei in favore della NephCure Foundation, che si occupa della ricerca e del trattamento per chi è affetto da insufficienza renale.
Jennifer ha sperimentato questo male in prima persona, dal momento che essa stessa ha dovuto subire il trapianto di entrambi i reni e non può quindi essere insensibile di fronte a questa causa: “L’insufficienza renale è una patologia estremamente complicata – spiega – colpisce indifferentemente bambini come adulti, è invisibile, e questa associazione sta cercando di trovare una risposta a questo problema”.
E’ nato quindi il programma “All-in for a Cure”, che invita i giocatori professionisti a donare proprio come la Harman l’1% delle loro vincite in favore di questa battaglia.
Jennifer non è dunque la sola ad aver raccolto la sfida lanciata da questa iniziativa, e difatti anche altri giocatori hanno aderito, quali Eugene Castro (uno dei promotori), Matt Glantz ed altri ancora.
Eric Siegel, giocatore il cui figlio soffre di questo problema, non può che plaudire di fronte a queste adesioni: “E’ fantastico che qualcuno come Jennifer Harman abbia deciso di far parte del nostro progetto, questo porterà grandi benefici – ammette Siegel – mi aspetto che il suo esempio possa essere raccolto da molti altri giocatori. Jennifer capisce l’importanza di restituire qualcosa, e facendo questo speriamo di poter trovare una cura per questo male che affligge migliaia di persone”.
In casi come questi naturalmente non possiamo che sostenere iniziative di questo tipo, portate avanti non certo per ottenere più visibilità da parte di chi senza dubbio ne ha già molta, ma casomai per sfruttarla in modo che di riflesso ricada anche su problemi che inevitabilmente troppo spesso finiscono con l’essere scarsamente considerati.
Auguriamo quindi a Jennifer Harman ed ai suoi colleghi di avere un 2010 ancora più ricco di soddisfazioni ai tavoli da gioco: anche solo per il fatto che non saranno gli unici a beneficiarne lo meritano davvero.