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John Juanda, campione fra passato e futuro

John Juanda, pluricampione alle World SeriesJohn Juanda ormai da anni fa parte dell’elite del poker mondiale, riconoscimento frutto di un’abilità che nel tempo gli ha permesso di vincere qualcosa come undici milioni di dollari: dopo un 2010 che lo ha visto protagonista, lo statunitense fa un bilancio della propria carriera e del gioco del poker, a cavallo fra passato e futuro.

Spettacolare alle WSOP, dove con quattro tavoli finali disputati ha sfiorato più volte quello che sarebbe stato il suo quinto braccialetto, si è ripetuto anche a Londra, dove soltanto uno scatenato David Vamplew non gli ha permesso di mettere le mani sull’EPT: “Credo faccia parte del mio carattere, vivere il poker a sprazzi. Ci sono periodi in cui mi dedico ad altro anche per mesi, ed altri in cui lo gioco ogni giorno, spaziando dai tornei al cash game.  La vita è anche molto altro, ed è giusto dedicarvisi. Ultimamente ho viaggiato molto in Oriente, dove il poker è praticamente inesistente”.

Ovunque, tranne che evidentemente a Macao, dove anche Juanda ha preso parte a partite assolutamente incredibili: “Non amo scendere nei dettagli, ma certamente spaventa un po’ pensare che fino ad alcuni anni fa giocare il $25/$50 era considerato il massimo, ed ora quasi non riusciresti a farti liberare un tavolo per un limite simile”, conclude sorridendo.

John Juanda è sesto nella All Time Money ListDi certo il poker in Cina è ancora agli albori, ma secondo John è solo una questione di tempo, prima che anche i giocatori di quel Paese diventino competitivi: “Giocare adesso a Macao ricorda gli Stati Uniti dieci anni fa. Ci sono diversi uomini d’affari che ancora stanno imparando, ma si tratta di persone molto intelligenti e che sono interessate ad apprendere, non ho dubbi che ci riusciranno”.

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Con oltre dieci anni di carriera alle spalle, del resto, John Juanda è non solo testimone di quanto il poker Texas Hold’em sia cambiato nel tempo, ma anche di quanto sia possibile continuare a rimanere sulla cresta dell’onda nonostante ciò: “Quello che amo di più del poker è il fatto che i migliori giocatori trovano sempre il modo di adattarsi alle condizioni che si evolvono. In passato il gioco era molto chiuso, adesso è diventato molto più aggressivo, ma è evidente che anche contro avversari tanto diversi c’è modo di compiere quegli aggiustamenti che alla fine ti rendono comunque vincente”.

E nel suo caso, risultati alla mano, non c’è alcun dubbio che sia proprio così.

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