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Luca Pagano

Luca Pagano: “Liquidità condivisa nei tornei fondamentale per l’online. Team QLASH? Tanti progetti”

Giocatore di poker professionista, imprenditore di successo, oggi CEO del Team QLASH: in due parole, Luca Pagano. Abbiamo intercettato l’ex pro di PokerStars all’ICE Totally Gaming 2018 – la celebre fiera del gaming B2B – dove è stato tra i relatori nel panel sui videogiochi competitivi (esport).

Oggi, Pagano è concentrato totalmente sul progetto QLASH, ma non dimentica il suo ‘primo amore’. Tra liquidità condivisa e situazione del poker online, Luca ha parlato anche del suo team di videogiocatori professionisti, fondato nel 2017.

 

 

Francia e Spagna sono partite, il Portogallo sta arrivando: a quando l’Italia nella liquidità condivisa?

“Al solito siamo i più lenti, quando si tratta di collaborare con gli altri paesi. E dire che siamo stati tra i principali promotori della liquidità condivisa. È evidente come l’impostazione attuale del mercato del poker online non si sia dimostrata una mossa lungimirante”.

Alcuni politici temono che la liquidità condivisa spalanchi le porte ad attività illecite come il riciclaggio di denaro.

“Io capisco che qualsiasi operazione che coinvolga un passaggio di denaro da un Paese all’altro possa destare qualche preoccupazione, ma francamente parlare di ‘spalancare le porte al riciclaggio’ mi sembra un tantino esagerato.

Piuttosto che rimanere indietro come il nostro solito, si potrebbe partire da una liquidità condivisa limitata agli MTT: da un punto di vista comunicativo, il messaggio risulterebbe più accettabili. In questo modo, poi, giocatori e operatori sarebbero preservati più a lungo”.

Una mossa comunque necessaria, visto lo stato attuale del poker online?

“Dopo il boom era lecito aspettarsi un calo, anche se ultimamente si sono notati segnali di ripresa. Certo, nel corso degli anni è mancata l’innovazione. La chiusura nel mercato nazionale ci ha un po’ ghettizzati, scatenando una effetto snowball per cui anche gli investimenti, soprattutto lato comunicazione, sono venuti meno.

Sicuramente il lancio della liquidità condivisa porterebbe una ventata di aria fresca, nuovo entusiasmo tra i players, attratti dalla possibilità di tornare a misurarsi contro giocatori di altri Paesi”.

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Passiamo agli esport, visto che sei all’ICE in qualità di CEO di QLASH. Come va il progetto?

“Molto bene, devo dire. Siamo nati nel 2017 e se l’anno scorso abbiamo cominciato a gettare le basi per il nostro futuro, nel 2018 abbiamo iniziato una sorta di ‘Fase 2’. Abbiamo iniziato con Hearthstone, ma oggi possiamo vantare giocatori professionisti di League of Legends, Vainglory, Clash Royale e StarCraft II.

A tal proposito, vorrei fare i complimenti al nostro Mikolaj ‘Elazer’ Ogonowski, che allo IEM Masters PyeongChang è arrivato tra i migliori 4. Un risultato che assume un valore particolare, visto che si è trattato del torneo di StarCraft II che ha fatto da apripista alle Olimpiadi Invernali.

Il 2018 sarà un anno importante, non solo per noi ma per tutto il movimento esport. In pentola bollono diversi progetti elettrizzanti”.

Puoi già anticiparci qualcosa?

“Be’, di recente abbiamo organizzato il primo Invitational di PUBG, organizzando partite in un server custom totalmente personalizzabile. Un’esperienza molto divertente e coinvolgente che ripeteremo a breve.

Vogliamo fare di più per la community dei gamer in Italia, non solo a livello competitivo: vogliamo rivolgerci anche a chi gioca semplicemente per passione. L’obiettivo del Team QLASH è diventare il punto di riferimento del gaming in Italia, a 360°.

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