“Lei non saprà mai con quale punto l'ho sfidata a giocarsi 250 milioni, è l'unica condizione che le ho posto e mi sembra un dettaglio trascurabile…”
Su questa indimenticabile frase ruota uno dei capolavori del cinema italiano, “Regalo di Natale” di Pupi Avati, girato qualcosa come 33 anni fa e pietra miliare per gli appassionati del genere.
Quella frase, vera e propria icona di un film che ha raccontato con un cinismo quasi surreale come il proprio tornaconto possa passare sopra anche ai rapporti di amicizia più profondi, viene formulata dall’Avvocato Santelia, interpretato da Carlo Delle Piane, scomparso nella notte appena trascorsa nella sua casa di Roma.
Ricordato da tutti come uno degli attori più sorprendenti e talentuosi dell’intero panorama cinematografico nostrano, Delle Piane ha lavorato con colleghi che hanno fatto la storia del grande schermo, da Totò ad Aldo Fabrizi, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica, prima di approdare al sodalizio che lo ha reso notissimo al grande pubblico, quello con Pupi Avati.
Ed è proprio grazie al regista bolognese che il personaggio dell’Avvocato Santelia ha preso forma, modellando una sorta di vestito cucito ad arte ad un attore che sembra, fin dalle prime immagini del film che lo ritraggono in un ristorante a chiedere le sue amate patate bollite, nato per recitare quella parte.
Aveva 83 anni Carlo Delle Piane e per molti di noi pokeristi rappresenta il giocatore al quale vorremmo fare riferimento, freddo, quasi glaciale, esente dalle emozioni, seppur pronto a utilizzare mezzi poco consoni al regolare svolgimento di una infuocata partita di poker, per poi redimersi nel sequel del film, il meno fortunato “Rivincita di Natale”, in cui permette a Diego Abatantuono di vendicarsi dei propri nemici-amici.
Poker-face se ne esiste una, l'attore raccontava a tutti con un certo disincanto, l’episodio che deformò il suo inconfondibile naso: un banale infortunio all’età di 10 anni, quando, durante una partita di calcio, un avversario lo colpì involontariamente sul viso con una pallonata, procurandogli la frattura del setto nasale, ricomposta maldestramente col risultato che noi tutti conosciamo.
Quella frattura è invece forse stata una delle chiavi del suo affascinante modo di porsi verso il pubblico, sempre pacato, schivo, mai fuori dagli schemi.
Lo ricorderemo in tanti per capolavori come “Guardie e ladri” di Steno e Monicelli, per l’interpretazione di “Cicalone” in “Un americano a Roma” con Sordi, prima del suo incidente automobilistico a causa del quale rimase in coma per più di un mese, uscito dal quale incontrò professionalmente Pupi Avati.
Grazie al ruolo dell’Avvocato Santelia, Delle Piane vinse la Coppa Volpi nel 1986 come miglior interpretazione maschile e, oltre per i suoi innumerevoli passaggi cinematografici e teatrali, lo ricorderemo soprattutto per quel magico, un po’ mistico, personaggio amante del gioco, delle belle donne e del ballo latino americano.
Riposi in pace.