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Mustapha Kanit risveglia il poker italiano e l’hold’em torna ad essere un gioco (anche) da bar sport

Ci sono giocatori e giocatori, alcuni hanno sempre una certa empatia con il field italiano e Mustapha Kanit è uno di questi.

Dopo 2 anni di letargo (meglio evitare la parola lockdown che evoca brutti ricordi) siamo usciti dagli scantinati con il tricolore in mano nella speranza di veder coronare il sogno di Musta, come avevamo fatto nel 2019 con Dario.

Mustapha Kanit
Mustapha Kanit (photo courtesy of Pokernews and Hayley Hochstletler)

Perché Musta e Dario sono i più amati e seguiti

Musta e Dario Sammartino sono i giocatori più amati perché hanno fatto un percorso graduale, ma fin da ragazzini sono finiti sotto i riflettori per il loro talento ai tavoli. Nel giro di pochi anni sono diventati degli high roller internazionali, guadagnandosi il rispetto di tutti, sia all’estero che in Italia.

Per attenzione mediatica e sui social, hanno raccolto l’eredità pesante (oneri e onori) di un certo Dario Minieri, il poker player azzurro più seguito in assoluto. Uno che a Las Vegas ha lasciato il segno nel 2008 insieme a Max Pescatori.

Ricordo con affetto un Mustacchione appena maggiorenne che giocava il Partouche Poker Tour – stiamo parlando del 2011, forse 2012 – a Cannes (dove subì un bel furto ai tavoli): era stato adottato da tutto il field italiano, si è sempre fatto voler bene da tutti. Il ragazzo ne ha fatta di strada e molti di noi si sono illusi, ieri sera, che forse era arrivato il momento della chiusura del cerchio.

A Musta manca solo l’alloro mondiale, se lo merita, nonostante i suoi tentativi alle WSOP siano sempre stati isolati e sporadici. Il 2014 è forse stato l’anno più intenso in Nevada con un altro quinto posto sempre in un evento Eight Handed (il $ 5,000 No Limit Hold’em) vinto da Brian Yoon. Sfiorò – nella stessa temporada – il final table con un settimo sempre in un 5.000 ma Six Handed.

Mustapha Kanit: il secondo final table in carriera a 72 ore dal suo arrivo in città

Stanotte era al suo secondo final table in carriera alle WSOP e le aspettative erano altissime. Arrivato da appena 72 ore a Las Vegas, Musta ha giocato un poker di altissimo livello contro un field importante fin dal day 1.

Neanche una settimana di WSOP e l’aria si è già fatta calda nonostante un periodo inusuale (in genere le World Series vengono giocate d’estate e senza la concomitanza dei campionati nazionali di calcio): i contatti che abbiamo registrato per la diretta non sono come quelli dell’EPT dei tempi d’oro ma sono numeri interessanti.

Il suo exploit potrebbe indurre molti giocatori italiani a raggiungere Las Vegas a Novembre quando le frontiere saranno di nuovo aperte. Vincere un mondiale è il sogno di tutti.

L’epilogo non voluto e le reazioni sui social

La nottata ha gettato molti di noi nella delusione per un’eliminazione che è arrivata subito. E conosciamo i nostri connazionali dopo l’uscita da un mondiale o un’olimpiade in qualsiasi sport, le critiche gratuite sono dietro l’angolo. Fa parte della nostra natura polemica. Siamo italiani e puntiamo sempre all’eccellenza, ma le vittorie non sono così scontate.  In un final table televisivo a 5, vince solo 1, gli altri 4 perdono, dobbiamo farcene una ragione.

La frenesia dei social ha fatto il resto. Un giorno sei un genio perché hai fatto call con Asso High ed hai un coraggio da leone (come è accaduto nel day 1 dell’high roller), due giorni dopo sei un donk per una eliminazione prematura al final table. La realtà è che solo Musta può sapere come sia andata realmente, se quel call sia giusto o sbagliato, anche i reg più esperti non si permettono di commentare. Purtroppo, dirò una banalità, ma come nel calcio ci facciamo tutti condizionare sempre dal risultato.

Da sottolineare invece la tranquillità del nostro portacolori durante le interviste di rito, a pochi minuti dall’eliminazione. Una serenità che ci induce a pensare – nella nostra ignoranza tecnica – che tutto sia molto standard a quei livelli. Lui ha ribadito questo concetto ai microfoni di Poker Go senza però svelare fino in fondo il suo thinking process. Non è così ingenuo da regalare un vantaggio del genere ai suoi avversari.

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Il poker torna ad essere un gioco da bar sport ed è bello così

Fa tutto parte del gioco ed è bello così. Il texas hold’em, grazie a questa ennesima run di uno dei nostri più talentuosi giocatori, è ritornato per un giorno ad essere un gioco nazional-popolare da Bar Sport nel nostro paese. E non lo dico in termini dispregiativi, anzi, il contrario, per due anni ho sognato una giornata del genere.

Il Bar Sport dei nostri nonni ora è Facebook, dove leggi critiche e facili ironie da parte di players che hanno giocato qualche torneo nella loro vita (sono il sale di questo gioco) e che si permettono di criticare uno che ha giocato milioni di mani. E tutti hanno ragione e torto. Questo è il bello del poker.

Siamo solo all’inizio dei campionati del mondo, ci attendono ancora più di 80 eventi e presto arriverà anche Dario Sammartino a Las Vegas con un bel gruppo di reg. Musta si è permesso di scaldare l’ambiente per tutti.

Mustapha Kanit ha preannunciato che giocherà molti tornei, tanti high roller. Potrebbe anche partecipare al $250.000 e stasera prenderà parte al $25.000 NLHE Heads-up Championship.

Nel frattempo godiamoci questa prima giornata intensa. Il poker italiano si è finalmente risvegliato. Le pagine social sono ricche di commenti e di analisi, punti di vista più o meno condivisibili, critiche ma anche lodi. Questa è una vittoria altro che sconfitta…

Il re è tornato in città, W il re!

 

Aggiornamento ore 19.45: stasera Mustapha Kanit torna in action nel $25.000 NLHE Heads-up Championship.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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