Il 9 settembre del 2009 il Ministero degli Interni ha inviato una circolare a tutte le questure d’Italia, invocando “tolleranza zero” nei confronti dei circoli, in attesa dell’emanazione del regolamento attuativo della Legge Comunitaria 2008 che consente lo svolgimento di tornei di Texas Hold'em live, ma solo sotto l’egida di concessionari ad hoc.
Al 9 settembre 2010, non c’è ancora traccia dell’atto normativo secondario che deve predisporre i criteri per il rilascio delle concessioni e le modalità di svolgimento dell’attività delle future poker room. Un anno di inerzia assoluta che ha solo creato gravi problemi di ordine pubblico: negli ultimi giorni sono state denunciate altre 60 persone per gioco d’azzardo tra Fano e Salerno.
Il risultato è che il settore vive in uno stato di incertezza: si sono create situazioni a dir poco paradossali. Il Tar della Puglia ha ridato nuova vita al Texas Hold’em dal vivo nella regione meridionale: “In presenza di una lacuna regolamentare tuttora non colmata, sembra possibile dare vita a tornei di poker sportivo nella variante prescelta dalla ricorrente, a condizione che siano rispettate le modalità individuate dallo stesso Consiglio di Stato con parere nr 3237/2008 del 22 ottobre 2008, con riguardo alle modalità di gioco da ‘torneo', alla iscrizione limitata ad un certo importo (€ 30,00), a nessuna possibilità di rientro e alla previsione di premi non in denaro", le motivazioni dei giudici pugliesi.
Il Tar del Lazio invece ha intrapreso la strada opposta: senza licenza dei Monopoli di Stato nessuna attività è lecita. Così a Roma e dintorni non si può giocare, mentre in Puglia, entro i parametri tracciati dal Consiglio di Stato nel 2008, almeno in teoria, è possibile frequentare i circoli. Per questa situazione di disparità palese, Isidoro Alampi, presidente della FIGP ha preannunciato che “la Federazione sta preparando un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, confidando che il massimo organo di giustizia comunitaria possa spingere le Istituzioni nazionali a uscire dall’impasse che danneggia i diritti dei giocatori italiani”.
Alampi ripercorre le tappe di un anno di inutile attesa: “dalla pietra miliare posta dal Consiglio di Stato nell’ottobre del 2008 che ha riconosciuto di fatto il diritto dei cittadini a praticare il “poker sportivo”, all’intervento del Legislatore che nel luglio 2009 ha introdotto nell’ordinamento italiano la nostra disciplina escludendola definitivamente dai giochi d’azzardo per includerla negli skill games, anche in versione live. Ci ritroviamo in una completa confusione normativa nella quale le sentenze dei TAR, consentono ad un giocatore di Bari di partecipare tranquillamente ad un torneo mentre quello di Roma commetterebbe un reato”.
Eppure il mercato del poker live, sia per l’Erario italiano che per i livelli occupazionali, potrebbe rappresentare una risorsa importante. Secondo le stime dell’agenzia Agicos, il volume d’affari prima del 9 settembre 2009, ammontava a circa 400 milioni di euro annui, distribuiti tra 30mila tornei, organizzati da circa 1.000 club. Il settore dava occupazione a 12 mila persone. Solo a Roma, secondo dati raccolti tra gli operatori, oltre 1.000 giocatori frequentavano i circoli, con una spesa media di circa 200 euro a settimana, contribuendo solo nella capitale ad un turnover di 10 milioni di euro.
Senza dubbio, parte di quei 400 milioni stimati da Agicos, sono stati “assorbiti” dal poker online che sta vivendo un momento delicato, in attesa dell’arrivo del cash game che ridarà una spinta propulsiva a tutto il settore. Secondo le ultime e autorevoli indiscrezioni il regolamento sarebbe pronto da mesi e parcheggiato in un cassetto del Ministero degli Interni. Per quale motivo? Con ogni probabilità i concessionari in questo momento sono impegnati su altri fronti: in primis le VLT. Lo stesso cash game online ha richiesto maggiori investimenti nelle strutture e nei software di gestione e il ritardo, dovuto al ricorso al Tar del Lazio, ha creato una situazione onerosa per tutti, senza i ritorni sperati in questi mesi di inattività.
Con l’introduzione effettiva del cash game online, è molto probabile che venga pubblicato il regolamento per il live, anche se c’è molto scetticismo tra i potenziali investitori, soprattutto sulla tassazione, che di fatto, ridurrebbe al minimo i margini di guadagno per i gestori delle future poker room. “Si parla – dichiara il presidente di Italian Rounders Domenico Tresa ad Agicos - di una tassazione del 15% sul montepremi, ovvero cinque volte quella fissata per l'online. Eppure su internet non ci sono quei costi di gestione che deve sostenere chi organizza tornei dal vivo, come il personale di sala”.
Le stime di Tresa del live riguardano “almeno 800 attività, ognuna delle quali dava lavoro in media a quindici persone: è stato bloccato un settore importantissimo e navighiamo ora in mare aperto, senza alcuna idea di cosa possa accadere in futuro". Per Alampi “non è accettabile che, in un periodo di crisi occupazionale, oltre 10.000 potenziali posti di lavoro siano sacrificati alle lentezze burocratiche degli apparati dello Stato”. Per la FIGP sono almeno un milione gli appassionati che attendono la tanto attesa regolamentazione.
In questo intrecciarsi di sentenze, ipotesi e scenari futuri, c’è anche da calcolare la crisi di Governo che potrebbe complicare ulteriormente un quadro tutt’altro che chiaro. E’ la preoccupazione di Giangia Marelli, presidente di Pokeristi Sportivi Uniti : “Io sono scettico ormai, se poi si dovesse – commenta al magazine Gioco e Giochi - andare alle elezioni i tempi tecnici si allungherebbero ulteriormente e questa non è certo materia all'ordine del giorno nell'agenda politica. Viene prima il cash game, poi chissà. La nostra proposta resta quella di sempre, e cioè organizzare la regolamentazione del live su tre livelli: casinò, network commerciali e circoli amatoriali. I pro di oggi sono i frequentatori dei circoli di ieri e di questo sembra che ormai nessuno si ricordi più".
Luca Pagano, presidente FITH, condivide gli stessi timori di Marelli: “è evidente che il divieto, senza un regolamento, ha peggiorato la situazione del poker live. Per questo mi auguro che a breve possa essere emanata una qualsiasi regolamentazione per poter ridare forza e fiducia ad un movimento che è sano, anche se sono abbastanza pessimista sulla rapidità dei tempi, vista anche l'incertezza politica che si va a sommare all'incertezza creatasi nell'ultimo anno”.