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Saman ‘Ottodix’ Ziarati: ‘i leaks dei giocatori italiani’

Da Malta, al termine del People’s Poker Tour, Saman ‘OttoDix’ Ziarati è uscito allo scoperto ed ha voluto parlare a trecentosessanta gradi dello stato di salute del poker online italiano ed in particolare della situazione degli MTT e dei problemi che in queste settimane hanno incendiato la community pokeristica. Al Casinò Hotel Hilton di Portomaso, il player marchigiano ha preso posizione anche su temi scottanti e di stretta attualità.

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Il caldo maltese si è fatto sentire in questi giorni?
Eh, abbiamo una situazione analoga a quella di Las Vegas: fuori 40 gradi, dentro al casinò 10. La location è molto bella ed anche  l’isola presenta una vita sociale interessante. Rispetto ad altre località non c’è paragone.

Cosa ti ha spinto a partecipare al PPT di Malta?
Uno dei motivi è senza dubbio un field sulla carta abbordabile, considerando che molti top grinders sono a Vegas. Ma non è detto: mi sono trovato al day 1B dell’IPT di San Marino con un tavolo di veri duri. Sembrava di essere ad un tavolo IPT late stage.

Inizia l’estate e per un giocatore di MTT online è senza dubbio un periodo di bilanci. Come valuti il tuo anno di grinding?
Devo dire che gli ultimi tre mesi sono andati molto bene. Ho fatto una serie di buoni risultati: ad essere onesto me lo aspettavo perché ho vissuto un periodo molto negativo. Da un certo punto di vista me la sono anche un po’ cercata ed ero consapevole del motivo di questo forte downswing. 

Per quale motivo?
Giocavo molti MTT la domenica e il lunedì con una spesa superiore e con tantissimi iscritti. In queste condizioni c’è maggiore varianza. O fai il colpo grosso oppure rischi di perdere parecchio. 

Come hai fatto ad uscire da un periodo così difficile?
Ho iniziato a giocare con più frequenza durante la settimana: la varianza è meno assassina. Addirittura ho giocato il venerdì, quando il field è più semplice. Ed anche di pomeriggio, è stato molto utile per il mio livello di confidence. Fare magari tre tavoli finali in eventi minori e con pochi giocatori, influisce molto sul morale. Tornare a vincere tornei piccoli ti dà molta carica e ti porta a giocare più tranquillo in eventi importanti. 

In dodici mesi come è cambiato il field italiano?
Si è indurito molto, vuoi per un grado di preparazione maggiore dei giocatori (grazie alle scuole di poker), vuoi per il proliferare del fenomeno di staking che oramai si è diffuso a macchia d’olio. 

Cosa deve fare un top reg come te per rimanere sulla cresta dell’onda, quando ti trovi a fronteggiare ogni giorno un livello tecnico più qualificato?
Bisogna sapersi adattare, studiare molto e rimanere sempre concentrati. I players che una volta ti tiravano le chips nella schiena sono sempre meno. Devi inventarti qualcosa di nuovo per vincere.

Cosa faresti per migliorare il poker online italiano?
Senza dubbio la priorità deve essere quella di allargare il field: per questo aprirei il mercato alle rooms europee (dot .eu): è vero che i giocatori scandinavi e tedeschi sono molto skillati ma ci sarebbero anche tanti fish (giocatori più deboli) in più. Il field italiano è abbastanza saturo, anche per i giocatori di cash game. Ci sono sempre meno players occasionali. 

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Non pensi che il numero di giocatori occasionali sia minore a causa dei problemi di sicurezza riguardo soprattutto il multi accounting?
Il problema è molto serio. Lo subiamo anche noi top reg che non facciamo queste cose. Multi accounting, account sharing e ghosting: giocare scorretto per molti professionisti è diventata una prassi e le istituzioni non fanno nulla. Sulle rooms dot com, a chi fa il furbo bloccano l’account e i soldi sul conto vengono ridistribuiti tra i giocatori truffati. 

Purtroppo non è semplice provare la truffa in un sistema garantista.
saman-ottodix-ziaratiSi, non è individuabile con facilità. A volte capita che la gente cada in errore e si vanti sul social network ma anche in questo caso è difficile per le autorità intervenire. E’ un problema.

Il multi entry potrebbe essere una soluzione dal tuo punto di vista?
A mio avviso no, manderebbe rotti un sacco di giocatori. Il field sarebbe ancora più duro, la forbice tra regular e giocatori occasionali si allargherebbe. Chi fa multi accounting, ad un Sunday Million per esempio, invece di pagare tre quote di iscrizione, ne farebbe dodici. 

Nel live mancano risultati di rilievo in generale per i players italiani. Quali sono i principali leaks dei nostri giocatori secondo te?
Manca soprattutto il confronto con i top mondiali nell’online che è una palestra fondamentale per il live. Agli EPT usciamo con le ossa rotte: è diventato un evento se qualche italiano riesce ad arrivare al final table. Gli stranieri sono molto più preparati quando si entra nelle fasi decisive dei tornei.

Un errore che noti con frequenza?
I giocatori italiani tendono a non giocarsi il colpo. Se non sei propenso a mettere le chips nel piatto, gli stranieri ti massacrano nel late stage. Questa fase l’italiano medio non la sa gestire al meglio, si fa ‘stuprare’ spesso e volentieri. Lo scandinavo è abituato a farlo 3.000 volte l’anno, noi 20. 

Sei andato vicino due volte alla vittoria nel live. I tuoi obiettivi?
Risposta ovvia: riuscire a vincere un evento importante. A Budva nel 2012 avevo giocato un ottimo poker, ma ho chiuso al secondo posto. Pensavo di vincerlo in maniera facile ed invece ho perso l’heads-up in maniera incredibile. Al termine del torneo ero iper tiltato, ero più felice il giorno prima quando eravamo a 28 players left ed ero chipleader. Stessa cosa agli Assi di PokerClub. Ho voluto forzare una mano di troppo quando ero in testa ed ho trovato un avversario con una monster hand. Rosico ancora ora… 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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