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Sherkhan Farnood: il vincitore del braccialetto WSOPE muore in un carcere a Kabul, la sua storia

Il giocatore high roller afghano Sherkhan Farnood è morto pochi giorni fa (il 24 agosto) in un carcere del suo paese, nella capitale Kabul. La sua sembrava una favola quando dieci anni fa, all’ Empire Casinò di Londra, vinse il primo braccialetto per l’Afghanistan alle WSOP Europe, nell’evento £2.500 H.O.R.S.E. con 110 players al via.

Farnood era un giocatore di cash game high roller vecchio stile, specializzato nelle varianti, giocava in prevalenza a Londra e Las Vegas.

Dal 2002 al 2011, riuscì ad andare in the money nei tornei live per 22 volte, ed arrivò anche secondo in un evento PLO da $ 1.500 alle WSOP del 2006 ($ 165.274).

Nel 2008, nell’evento HORSE a Londra, al final table riuscì a battere Phil Ivey, l’italo-australiano Jeff Lisandro, Howard Lederer e Mark Gregorich. Incassò 76.999 sterline (più di 140.000 dollari), briciole per lui, considerando che era l’amministratore delegato e presidente della Kabul Bank, la banca d’affari più importante dell’Afghanistan.

Gestiva inoltre un’impresa con sede legale a Mosca, con al quale riusciva a facilitare le transazioni finanziarie verso Dubai ed altri paradisi fiscali.

Farnood ha anche ricoperto il ruolo di presidente della Pamir Airways, una compagnia aerea afgana che ha cessato l’attività poco dopo essere stato arrestato nel 2011.

Un anno prima, nel 2010, iniziò il suo inesorabile declino: Wikileaks svelò un rapporto dei diplomatici statunitensi sulla corruzione dilagante del paese asiatico. Secondo lo scoop di Wikileaks, Farnood avrebbe acquistato 39 proprietà immobiliari a Palm Jumeirah, una penisola artificiale di lusso a Dubai. L’operazione sarebbe stata finanziata con capitali di dubbia provenienza. La banca centrale dell’Afghanistan accusò Farnood di essersi intestato beni immobili per 160 milioni di dollari in Dubai, molto probabilmente capitale raccolto dall’istituto di credito da lui gestito.

Nel 2010 Assopoker scriveva: “Il rapporto scottante, inviato dall’ambasciatore, Karl Eikenberry, spiega nel dettaglio le transazioni verso gli Emirati Arabi, con denaro trasportato sui voli della compagnia Airlines Pamir, che è controllata congiuntamente proprio da Kabul Bank e da altri afghani influenti come Mahmood Karzai, uno dei fratelli del presidente”.

Nel 2011, prima del suo arresto, ammise: “quello che ho fatto non è proprio corretto, ma questa è la realtà dell’Afghanistan”.

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La banca d’affari amministrata da Sherkhan Farnood andò in bancarotta e l’allora presidente afghano Hamid Karzai (suo fratello Mahmood Karzai era il terzo azionista della stessa banca) ritenne il manager responsabile del dissesto finanziario.

Ma c’è molto di più secondo le accuse del Governo. Il giocatore di poker fu condannato a 15 anni di reclusione per avere eseguito uno schema Ponzi che gli avrebbe consentito di far sparire 800 milioni di dollari dai fondi della comunità internazionale destinati alla ricostruzione dell’Afghanistan post guerra.

Uno scandalo che nello stesso 2011 frenò gli investimenti internazionali: gli Stati Uniti sospesero i finanziamenti per 3,9 miliardi di dollari.

Farnood durante il final table londinese in una foto d’epoca di PokerNews

Secondo il rapporto medico il decesso, avvenuto in un carcere di Kabul, è giunto a seguito di una crisi cardiaca. Farnood aveva 55 anni.

I dubbi sulla sua storia personale e vicenda rimangono: il manager fece sparire denaro solo per suo conto oppure lavorava in società con altri potenti politici? Un mistero che si porterà nella tomba. Una cosa è certa: è stato uno dei giocatori di poker più forti dell’Afghanistan ma anche uno dei protagonisti della lunga storia di corruzione dell’Afghanistan, frenando con le sue azioni temerarie, la lenta ricostruzione di un paese da sempre tormentato dalle guerre civili, con l’influenza talebana che prende sempre più il sopravvento a causa proprio della corruzione del Governo centrale.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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